TPL: Raddoppiare le corse nelle ore di punta e tagliare le corse “meno utilizzate”

In questa fase di pandemia ho ricevuto diverse segnalazioni in merito allo stato di affollamento degli autobus utilizzati da studenti e da pendolari. Le condizioni dei viaggiatori, pur rispettose delle normative nazionali e regionali (occorre non dimenticare che il trasporto pubblico locale dipende dalle Regioni) non sarebbero le migliori per difendersi dalla diffusione del virus.

Allora, dato che le emergenze necessitano di soluzioni, credo che razionalizzare le corse sulle tratte stradali possa essere una soluzione, a costi invariati.

Perché non raddoppiare le corse nelle ore di punta (entrata, uscita da scuola, pendolari) tagliando le corse meno utilizzate? Quante volte capita, in determinati orari, di vedere autobus vuoti o quasi vuoti. Tagliare quelle corse è di sicuro meno impattante rispetto al rischio di vedere mezzi molto affollati al mattino o alla chiusura delle scuole.

Credo che, di questi tempi, varrebbe la pena rifletterci.

Il Ministero presti più attenzione alla ripartenza dell’anno scolastico

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In un momento difficile come questo, il Ministero della Pubblica Istruzione dovrebbe avere il doppio dell’attenzione per la situazione della scuola, la sicurezza degli studenti e degli operatori e, dal punto didattico, le ripercussioni di una chiusura d’anno quanto meno anomala. È per questo che resto sorpreso dalle anticipazioni in merito all’assegnazione dell’organico di diritto agli istituti polesani, con numeri ancora più esigui di docenti e personale ata che avrebbe ripercussioni drammatiche e impattanti sulla composizione di diverse classi. Classi da 32 – 33 studenti sono, alla luce del Covid-19, per la composizione della nostra edilizia scolastica e per esigenze didattiche, davvero insostenibili. E a quanto sopra va aggiunto, senza dubbio, anche il tema di una fine anno scolastico 2019-2020 davvero “particolare”, con didattica a distanza, diverse settimane di stop e che, presumibilmente, obbligherà i docenti a un affiancamento nella ripartenza. Insomma, un surplus di lavoro che non può essere facilitato da composizioni di classi troppo appesantite. Questo vale per gli istituti di ogni ordine e grado ma credo che per i comuni sia particolarmente grave per gli istituti comprensivi e quindi per le scuole primarie e secondarie di primo grado. Le prime hanno il dovere insindacabile di costruire i percorsi formativi iniziali per i ragazzi: leggere, scrivere e far di conto non sono questioni rinviabili o dilazionabili nel tempo, pena ritardi gravissimi. Le seconde rappresentano la fase d passaggio fondamentale per la scelta caratterizzante che riguarderà poi i percorsi formativi secondari. Alla secondaria di primo grado ci si confronta con una platea più vasta di docenti e di discipline, con le attività specifiche, tecnica, artistica, musicale, fisica. Creare classi stracolme trasformerebbe il percorso in un autentico calvario. Sono tuttavia certo che l’Ufficio Scolastico Provinciale, da sempre molto attento alle esigenze del territorio, saprà avanzare proposte che a Venezia saranno tenute in debita considerazione. Se i vertici del Ministero non ne tenessero conto, sarebbe davvero grave.

La ripartenza del nuovo anno scolastico già obbligherà le pubbliche amministrazioni a fare i conti con elementi inediti relativi all’organizzazione del trasporto, dei servizi accessori (mense, doposcuola ecc.), all’uso di spazi comuni (corsi serali, palestre), alla didattica a distanza (hardware e accessibilità delle linee), forse con riorganizzazione di spazi e turnazioni. Pensare di ottenere un servizio di qualità con classi in cui i ragazzi siano stipati come sardine, è davvero impossibile.

Avanti con le azioni di gestione dell’emergenza Covid-19

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Nel corso della mattinata, insieme ai funzionari responsabili di servizio, abbiamo tenuto una riunione relativa alle iniziative di gestione dell’emergenza Covid-19 e del susseguente indispensabile rilancio.

In particolare, sono stati affrontati i seguenti temi:

  1. sicurezza della struttura comunale per dipendenti e utenti con prossima installazione di dispositivi di sicurezza e nuova organizzazione di accessibilità degli uffici;
  2. buoni alimentari, con la costituzione di un ulteriore fondo (oltre ai 22.000 euro già destinati) che possa portare all’assegnazione di nuovi buoni alimentari;
  3. costituzione di un fondo di accantonamento nel bilancio comunale che possa riguardare (sostegno alla scuola paritaria, al nido e al sistema dell’istruzione; sostegno al rilancio economico del paese, del piccolo commercio e artigianato; della riduzione della tassazione locale; di altre iniziative che possano essere valutate e discusse dalla Giunta e dal Consiglio Comunale);
  4. prosecuzione di attività di sanificazione di luoghi e uffici pubblici (scuole comprese).

La gestione della prima fase è stata valutata in modo positivo. La ripresa vedrà comunque inevitabili problemi che l’Amministrazione Comunale punta a risolvere e ad alleviare anche attraverso investimenti di risorse proprie.

Raito: “sposo le proposte di Confartigianato Benessere” per una riapertura delle attività in sicurezza

 

Il sindaco di Polesella Leonardo Raito intende sostenere le proposte di Confartigianato Benessere per una riapertura delle imprese di acconciatura e dei centri estetici. 

“Il documento elaborato dalla Confartigianato rappresenta un chiaro esempio di attenzione ai temi della sicurezza degli operatori e dei clienti e credo che sia necessario consentire a queste imprese di riaprire le proprie attività. Non comprendo la ragione per cui, ad esempio, per gli studi dentistici siano stati previsti dei tempi, mentre per queste attività degli altri, procrastinando chiusure forzate che rischiano di mettere in ginocchio un settore intero e la sua occupazione, oltre che l’indotto. Tra l’altro questa chiusura prolungata sta lasciando spazio all’abusivismo che è molto più pericoloso per la salute della gente. Spero che il governo prenda in considerazione le proposte, per una riapertura prossima e sicura”. 

IL DOCUMENTO DI CONFARTIGIANATO BENESSERE

Il Direttivo di Confartigianato Benessere ha approvato un documento di proposte per consentire la riapertura delle imprese di acconciatura e dei centri estetici. Condizione per la ripresa dell’attività dovrà essere l’applicazione di misure igienico-sanitarie e di modalità di lavoro che garantiscano la sicurezza e la tutela della salute dei clienti, degli imprenditori e dei loro dipendenti.

La chiusura delle attività di acconciatura ed estetica imposta con DPCM dell’11 marzo 2020, ancorchè accolta con favore delle imprese del settore nella consapevolezza della criticità della situazione sanitaria – ha provocato con il passare delle settimane, oltre all’evidente danno economico per le imprese del settore, un disagio crescente tra i cittadini che si sono visti privati – in aggiunta alle altre misure attuate dal Governo per il contenimento dell’epidemia da Covid-19 – della possibilità di fruire di quei servizi di cura della persona utili al mantenimento dello stato di benessere psico-fisico al quale tanta importanza viene attribuita dalla comunità scientifica.
Purtroppo gli effetti si sono resi evidenti già a pochi giorni di distanza dal sopra citato DPCM e si sono concretizzati in un inasprimento del già elevato livello di abusivismo che affligge il settore. Molte sanzioni – ma si tratta di ben poca cosa rispetto alla reale portata del fenomeno – sono state infatti irrogate a soggetti che, approfittando dell’impennata della richiesta, hanno continuato ad erogare servizi presso il proprio domicilio o presso quello del cliente, aggravando le carenze dal punto di vista igienico-sanitario con il rischio di contagio.
Si tratta, verosimilmente, di quegli operatori che già esercitavano l’attiività in forma abusiva, in assenza delle prescrizioni di legge sia sul piano formativo che igienico-sanitario e che rappresentano ancor più in questo momento un serio rischio per la salute dei cittadini, oltre che danneggiare ulteriormente sul piano economico le aziende in regola.
Parallelamente, si è registrata un’allarmante diffusione di iniziative avviate da produttori/fornitori che, in nome dei più disparati protocolli da adottare alla riapertura, offrono prodotti e/o presidi a prezzi maggiorati fino a 10 volte il normale prezzo di vendita.
Tali situazioni devono essere contrastate con decisione attraverso un’intensificazione dei controlli ed un inasprimento delle sanzioni a carico di chi contravviene alle misure di contenimento indicate dal Governo, anche di coloro che fruiscono di servizi erogati abusivamente, ed attuando un’attenta vigilanza del mercato per evitare iniziative di sciacallaggio a danno degli operatori.
Alla luce di quanto sopra esposto ed al fine di porre un freno al dilagare di queste pericolose situazioni ad alto impatto economico-sanitario, sarebbe opportuno prevedere una riapertura dei saloni di acconciatura e dei centri estetici subordinata all’applicazione di misure di carattere igienico-sanitario che vadano ad integrare le stringenti disposizioni in materia che gli operatori già rispettano in ossequio delle leggi di settore e dei Regolamenti regionali/comunali, da individuarsi a livello nazionale onde consentirne l’applicazione omogenea su tutto il territorio.
Confartigianato Benessere ritiene infatti che, ferme restando le disposizioni previste dal DPCM 11 marzo 2020 ed integrate dal Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro sottoscritto tra Governo e Parti Sociali, le imprese regolari del settore siano in condizioni di sostenere una riorganizzazione delle attività e una parziale rimodulazione delle modalità di erogazione dei servizi stessi, che consenta di operare in sicurezza, tutelando la salute dei clienti, dei dipendenti e degli stessi imprenditori.
Si suggerisce, a tal fine, il seguente schema che – tenendo conto della diversa tipologia dei servizi/trattamenti erogati – prevede alcune misure comuni per entrambe le attività ed alcuni accorgimenti specifici per ciascuna categoria.

PROPOSTE DI CARATTERE ORGANIZZATIVO

• Svolgimento delle attività esclusivamente su appuntamento (telefonico, tramite app o mail)

• Presenza di un solo cliente per volta in area reception, spogliatoi, servizi igienici

• Permanenza dei clienti all’interno dei locali limitatamente al tempo strettamente indispensabile all’erogazione del servizio/trattamento

• Adozione – per le imprese maggiormente strutturate – di orari di apertura flessibili con turnazione dei dipendenti

Limitatamente ai saloni di acconciatura che – contrariamente ai centri estetici – normalmente non dispongono di spazi chiusi nell’ambito dei quali circoscrivere la presenza ad un solo cliente per operatore:

• delimitazione degli spazi con applicazione sul pavimento di scotch di colore ben visibile

• utilizzo di postazioni alternate sia nella zona del lavaggio che nelle zone trattamenti

• distribuzione della clientela tra gli addetti in modo tale che ciascun operatore abbia in carico un massimo di due clienti contemporaneamente qualora uno dei due sia in fase di attesa tecnica (tempo di posa del colore)

PROPOSTE DI CARATTERE IGIENICO-SANITARIO

• Utilizzo mascherina e guanti

• Utilizzo di occhiali protettivi o visiera in plexiglas per i trattamenti per i quali non può essere garantita la distanza interpersonale di un metro (per gli acconciatori limitatamente ai servizi di taglio/cura della barba)

• Igienizzazione delle postazioni di lavoro dopo ogni trattamento/servizio

• Disinfezione dei servizi igienici dopo ogni utilizzo

• Utilizzo, ove possibile, di materiali monouso e lavaggio a temperatura adeguata e con prodotti igienizzanti dei materiali in tessuto

• Posizionamento di soluzioni disinfettanti all’ingresso e in corrispondenza di tutte le postazioni lavoro, a disposizione di operatori e clientela

Misure aggiuntive per i centri estetici:

• Utilizzo di soprascarpe monouso

• Utilizzo di camici monouso o lavaggio giornaliero degli indumenti ad alta temperatura con prodotti igienizzanti

• Accurata detersione dei lettini con ipoclorito di sodio-candeggina o alcool denaturato, ed arieggiamento della cabina dopo ogni trattamento

Caro Presidente (lettera aperta al Presidente del Consiglio Conte sulla gestione dell’emergenza Coronavirus)

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AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

PROF. GIUSEPPE CONTE

 

Oggetto: le istituzioni e la gestione dell’emergenza Covid-19. 

Caro Presidente,

la gestione di un’emergenza è sempre cosa complessa, e basti questo a renderLe un doveroso ringraziamento per il lavoro che, insieme al Governo e alle Regioni, alla Protezione Civile e al Comitato di esperti, sta coordinando per cercare di rendere il meno impattante possibile questo Coronavirus che sta togliendo il sonno a moltissimi italiani.

Non tutti possono sapere, specie se non hanno mai svolto attività politica e amministrativa, quanto sia difficile muoversi in un campo ancora non esplorato dalla scienza, quanto faticoso organizzare e partecipare a riunioni, ascoltare pareri e valutazioni di esperti, decidere nei tempi più consoni, gestire la comunicazione verso l’esterno, specie al tempo dei social media e dei giornali online che tutto anticipano, in una corsa pazza verso l’indiscrezione che rende poi complesso, a cascata, il lavoro di tutti i livelli istituzionali che devono recepire e applicare le direttive centrali.

Il meccanismo gerarchico dell’architettura istituzionale italiana, rende fondamentale una buona trasmissione delle informazioni, informazioni che a mio avviso sarebbe opportuno, prima di diffondere alla stampa e ai canali di informazione o di far circolare nelle sue versioni non definitive, trasmettere a chi, come noi Sindaci, è preposto poi a garantirne l’applicazione.

Troppe volte Presidente, nelle ultime settimane, nonostante le buone disponibilità di Prefetti e organi sanitari, ci siamo trovati a dover apprendere dagli organi di informazione o, quel che è peggio, dai social, i contenuti di decreti e ordinanze, creando problematiche interpretative di diverso genere. Addirittura, negli ultimi due fine settimana, abbiamo ricevuto i testi firmati dei provvedimenti soltanto nella tarda serata della domenica, con restrizioni e divieti che scattava da subito al mattino seguente. E’ successo persino che alle ordinanze (firmate da Ministro e Presidente della Regione), siano seguite circolari esplicative a firma di Dirigenti regionali, con riunioni esplicative effettuate in Conferenza dei Sindaci per spiegare i contenuti della circolare esplicativa.

Credo che un pò di chiarezza in più e una tempistica più consona al rispetto istituzionale possano contribuire a rendere più gestibile un’emergenza complessa, che fa paura perché il Virus è poco conosciuto, ha alti tassi di mortalità, e sta portando a misure mai adottate nella nostra storia recente, ma che sono sicuro riusciremo a superare con forza d’animo e orgoglio di popolo. Ci aiuti a rendere meno difficile il nostro già duro lavoro, a rasserenare i nostri concittadini che chiedono informazioni e chiarezza che, con le suddette tempistiche, non riusciamo a dare opportunamente.

Sono certo che leggerà questa mia lettera e che saprà coglierne gli intenti costruttivi. In questo momento è necessaria l’unità di tutti, affinché il paese possa rialzarsi e riprendere a camminare con le proprie gambe.

Non abbandoni il suo popolo, Presidente, e non abbandoni al proprio destino quegli Amministratori Locali e quei Sindaci che gli stessi cittadini, eleggendoli, hanno chiamato a rappresentarli nel modo più degno possibile.

La ringrazio anticipatamente per il tempo che vorrà dedicarci.

Con stima

Il Sindaco di Polesella (Ro)

Leonardo Raito