La battaglia a sostegno degli inquilini Ater pare stia ottenendo i primi risultati

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Da quando abbiamo intrapreso l’iniziativa a fianco degli inquilini Ater, che rischiavano, in larga parte, di essere travolti dalle conseguenze dell’iniqua legge regionale 39/2017 sull’edilizia residenziale pubblica, pare finalmente siano stati raggiunti i primi risultati.

Il primo, in assoluto, è che la giunta regionale a trazione leghista si è resa conto degli effetti deleteri della legge, un provvedimento che rischiava di penalizzare fasce deboli di popolazione, e sembrerebbe pronta a portare dei correttivi.

Il principale correttivo individuato, fino a questo momento, sarebbe l’innalzamento della soglia di reddito Isee per gli inquilini dagli attuali 20.000 euro a 30.000 euro. Un primo risultato importante, che taglia fuori dal provvedimento di sfratto molte famiglie o persone sole che superavano la soglia dei 20.000 solo per alcuni parametri che non possono, realmente, segnare il confine tra chi ha davvero bisogno della casa e chi no.

Ma i correttivi sembra non finiscano qui. In sede di Consiglio regionale, infatti, ci sono altre e diverse proposte che, se applicate, possono diventare efficaci. Tra queste, ad esempio:

  1. Evitare le procedure di sfratto, a prescindere dalla tipologia di reddito, per le persone di età superiore ai 75 anni;
  2. Evitare le procedure di sfratto, a prescindere dalla tipologia di reddito, per i nuclei famigliari in cui siano presenti persone diversamente abili;
  3. Applicare le nuove norme solo ai nuovi inquilini;
  4. Togliere dal calcolo Isee le risorse derivanti da liquidazioni e trattamenti di fine rapporto;
  5. Cambiare il meccanismo del calcolo dell’affitto, che ha prodotto aumenti fino al 300 per cento dei canoni applicati.

Come amministratori locali, al fianco dei nostri concittadini, abbiamo sostenuto una battaglia di civiltà. Pare che la mobilitazione stia producendo qualche effetto.

 

 

 

 

 

 

Un milione di euro di investimenti per Polesella. Ed è solo l’inizio

Polesella sta per lanciare un vasto piano di opere pubbliche importanti. In pochi mesi di lavoro il sindaco Leonardo Raito e l’assessore ai lavori pubblici Massimo Ranzani, di concerto con i responsabili dell’ufficio tecnico comunale e dell’ufficio ragioneria, hanno messo in piedi, con i relativi finanziamenti, una serie di cantieri che nei prossimi mesi riguarderanno il territorio comunale, lavori che, nel complesso, supereranno il milione di euro, una cifra considerevole per un paese, a cui si sommeranno altri investimenti in via di definizione. Il sindaco Raito commenta soddisfatto:

La continuità di lavoro con la precedente amministrazione è stata determinante per essere rapidi nell’approvazione dei progetti e per i finanziamenti conseguenti. Stiamo proseguendo, in modo anche rapido, con la realizzazione del programma che avevamo previsto in campagna elettorale. Ma non fermiamo la nostra azione e stiamo ricercando nuove occasioni di finanziamento per i tanti progetti che abbiamo.

Tra le cose già realizzate:

  • la riqualificazione di via Don Sturzo, per 54.000 euro. La strada era stata oggetto, lo scorso anno, di interventi sulla sponda dello scolo Barbazza, concordati con il Consorzio di Bonifica.

Tra quelle quasi ultimate:

  • la sistemazione del punto sanità, che ospiterà la medicina di gruppo, per 120.000 euro. Dopo la convenzione con l’azienda Ulss5 Polesana, che ha curato progettazione e direzione lavori, abbiamo sistemato gli spazi, realizzato nuovi bagni, sistemati e rifatti gli impianti.

Tra le progettazioni esecutive già approvate e prossime all’affidamento:

  • il restyling del magazzino comunale, con interventi sulla sistemazione del piazzale per 99 mila euro, e degli interni con la messa a norma e gli impianti nuovi per 95.000 euro;
  • la riqualificazionedi un importante arteria paesana come Via Don Minzoni, per complessivi 99 mila euro;
  • l’efficientamento energetico delle reti di pubblica illuminazione di Via Don Minzoni e Corso Gramsci per complessivi 50 mila euro;
  • la sistemazione e il completamento della messa a norma antisismica del palazzetto dello sport per 235 mila euro,avvalendoci ci un contributo regionale di 100.000 euro;
  • la realizzazione della pista ciclabile nell’area della ex Fossa, inserita nel complesso del progetto della Sinistra Po, che vede come capofila il Comune di Occhiobello, per 125 mila euro, di cui l’80% finanziato con fondi regionali;
  • la sistemazione delle ciclabilicon un progetto finanziato dalla Fondazione Cariparo, che vede capofila la Provincia di Rovigo e che vedrà a Polesella interventi per oltre 90 mila euro.

Restano poi tutta un’altra serie di settori di intervento che il sindaco Leonardo Raito riassume in breve:

La rotatoria di Via Magarino sulla Provinciale, l’ampliamento del cimitero, l’esternalizzazione della pubblica illuminazione tramite gara, scuole, strade e marciapiedi sono le più importanti. Ma non mancheranno la definizione del protocollo d’intesa con il Consorzio di Bonifica per realizzare un nuovo ponte sul Poazzo e interventi alle scuole, in particolare per l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’efficientamento energetico.   

Polesella ha partecipato, con la consigliera delegata Silvia Pastorello, al 25° anniversario della Fondazione “Città della speranza”

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Sabato 12 ottobre nella splendida cornice della Sala del Ridotto, del teatro comunale di Vicenza, si è svolta la manifestazione “Il sapore della Solidarietà”. Evento organizzato per festeggiare i 25 anni della Fondazione Città della Speranza. Durante la serata, alla quale ha partecipato la consigliera delegata Silvia Pastorello, come rappresentante del Comune di Polesella, si sono alternate le testimonianze dei 4 presidenti che in questi anni si sono passati il testimone, a partire da Franco Masello, il fondatore, poi Andrea Camporese, Stefania Fochesato e ultimo attualmente in carica Stefano Galvanin. Hanno ripercorso questi 25 anni di una realtà nata per volontà di alcuni imprenditori di Malo, per poi svilupparsi a Padova, che hanno messo a disposizione i primi soldi per realizzare un sogno: dare speranza ai bambini ammalati di leucemia, dare loro un posto in ospedale per ricevere le cure, dare loro una speranza si guarigione. E oggi dopo 25 anni il tasso di mortalità si è notevolmente abbassato; ma come ha precisato la professoressa Antonella Viola, direttrice della Torre di ricerca di Padova, l’intento è di salvare tutti i bambini. In questi anni sono stati realizzati numerosi progetti solo grazie ai fondi raccolti con manifestazioni benefiche, col volontariato, con il sostegno dei comuni gemellati. E oggi la Torre di ricerca, coi suoi 400 ricercatori, vanta di essere un centro di riferimento a livello europeo. Anche Polesella in questi ultimi due anni con Memorial Fabrizia Conte e altre manifestazioni benefiche ha devoluto importanti fondi, tanto da essere invitata a gemellarsi con la Fondazione, perché hanno riconosciuto la sensibilità della cittadinanza tutta verso un tema così importante. La serata è stata piacevole, la delegata Silvia Pastorello è tornata con nuovi stimoli e nuove idee da portare avanti. Il tutto si è concluso con una cena di beneficenza ricca di degustazioni di prodotti tipici vicentini.

Procedono le manutenzioni straordinarie del verde pubblico

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Continua l’attività dell’amministrazione comunale di Polesella per quanto concerne le manutenzioni ordinarie e straordinarie del verde pubblico. Il dirigente dell’Ufficio Tecnico ha recentemente impegnato oltre 6.000 euro per manutenzioni straordinarie che riguardano alberi siti in aree pubbliche, come ci spiega il sindaco Leonardo Raito:

 

Come promesso, completeremo finalmente le potature dei tigli di via Roma e via I Maggio (zona oltre Statale 16, zona Stazione dei treni) e sulla ciclabile della ex Fossa. Via Roma, con i suoi 130 tigli risalenti agli anni cinquanta, da due anni a questa parte è stata oggetto di un profondo lavoro di sistemazione. Una perizia di un agronomo ci ha permesso di individuare le piante malate e da abbattere, come abbiamo fatto, e nel contempo abbiamo operato potature e sfoltimenti delle chiome dei restanti alberi per una maggiore sicurezza. Il tutto nel rispetto della bellezza di un viale storico e a cui i polesellani sono molto affezionati.

 

Polesella, con i suoi oltre 16 chilometri quadrati, vanta una vasta serie di aree pubbliche che ospitano centinaia di alberi e il Comune è stato costretto a mettere in campo una serie di iniziative e di lavori.

 

Continuiamo con l’impegno costante nelle manutenzioni del verde pubblico e dei tanti alberi siti in area pubblica a Polesella che negli ultimi anni hanno comportato investimenti per oltre 50.000 euro. Sono lavori che vanno fatti, se vogliamo rispettare il verde ma preservare la sicurezza di utenti e fruitori di strade ed aree pubbliche. Chiediamo anche ai cittadini di fare la loro parte nelle aree private.

 

Grande successo per il convegno su Morosini

Polesella ha celebrato il quattrocentesimo anniversario della nascita del Doge Francesco Morosini con un convegno, organizzato presso l’omonima villa di proprietà dell’ingegner Luciano Zerbinati tenutosi sabato 12 ottobre e intitolato “Francesco Morosini: le ragioni di un mito”. L’occasione, nel salone nobile della villa strapieno, ha visto i saluti istituzionali portati dal sindaco Leonardo Raito che ha avvalorato l’iniziativa come occasione di promozione e di recupero storico, dell’assessore regionale Cristiano Corazzari, del presidente dell’associazione Polesella Cultura e Territorio Daniele Milan. I lavori sono stati poi introdotti da Zerbinati e hanno visto gli interventi del generale di corpo d’armata della Guardia di Finanza Bruno Buratti, presidente del comitato nazionale delle celebrazioni, che ha spiegato le motivazioni della riscoperta di questa nobile e affascinante figura. Gli interventi del mattino sono stati tenuti dall’avvocato Ivone Cacciavillani, dallo storico professor Giuseppe Gullino, dai professori Antonio Foscari e Giandomenico Romanelli e dal giornalista Alessandro Marzo Magno. La figura e l’opera del doge e capitano da mar Francesco Morosini è stata sviscerata nel profondo: l’azione politica, quella militare, le stravaganze che hanno alimentato il mito. Non sono mancati passaggi sul bombardamento del Partenone e sul sogno del mausoleo che Morosini aveva pensato per celebrare la sua vita. Nel pomeriggio si sono invece alternati alcuni storici locali, che hanno evidenziato l’importanza del manufatto nel contesto territoriale e il convegno è stato chiuso da una gustosa tavola rotonda che ha visto coordinare Romanelli, Gullino e Marzo Magno da Pieralvise Zorzi. La giornata di studi, molto partecipata, e promossa dal Comune di Polesella, con Villa Morosini e Polesella Cultura e Territorio, ha rappresentato un’occasione culturale di enorme successo, che ha evidenziato la capacità del Polesine di promuovere momenti di approfondimento scientifico di primo piano.

Grazie all’operazione Acquevenete milioni di investimenti in Polesine

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Grazie all’operazione di fusione che ha portato alla nascita della società Acquevenete, il Polesine può beneficiare di svariati milioni di euro di investimenti sulle reti idriche. Credo sia necessario ribadire l’importanza del percorso avviato, su cui, come Consiglio di Bacino, stiamo effettuando la dovuta azione di verifica e di controllo. Come Presidente, comunque, non posso che esprimere una grande soddisfazione per quanto si sta facendo. 

Centrale di Boara Polesine, avviati i lavori di potenziamento

Sono partiti nei giorni scorsi i lavori di potenziamento della centrale di potabilizzazione di acquevenete a Boara Polesine. Un cantiere da 1.550.000 euro, con l’obiettivo di aumentare la ridondanza di trattamento dell’impianto: si tratta di uno degli interventi messi in programma a seguito dell’emergenza idrica di fine ottobre 2018. Ieri presso il cantiere all’interno della centrale si è tenuto un sopralluogo alla presenza del direttore dell’area Tutela e sviluppo del territorio Nicola Dell’Acqua, nelle vesti di soggetto attuatore inviato dal commissario per l’emergenza maltempo Luca Zaia a verificare lo stato dei lavori. Presenti anche Loris Toniato della direzione Tutela e sviluppo del territorio regionale, il direttore di Arpav Rovigo Vincenzo Restaino, il presidente della Provincia di Rovigo Ivan Dall’Ara, il presidente di acquevenete Piergiorgio Cortelazzo con il componente del CdA di acquevenete Antonio Bombonato.

“Dopo l’emergenza idrica dello scorso anno abbiamo riscontrato subito da parte di acquevenete una forte sensibilità nel farsi carico e nel risolvere la problematica” sottolinea il Prefetto di Rovigo, Maddalena De Luca. “Sono stati avviati immediatamente lavori di potenziamento e ammodernamento degli impianti per renderli idonei a far fronte anche a situazioni di carattere eccezionale. Ad acquevenete va un grande plauso per l’efficienza e la professionalità dimostrate, ricordando che tutte le azioni messe in campo sono mirate a garantire la tutela della salute pubblica. Un’altra importante innovazione introdotta è l’app per gli utenti, uno strumento di comunicazione che avevo chiesto in occasione dell’emergenza dello scorso anno: acquevenete ha sposato immediatamente questa proposta e già da qualche mese è attivo un servizio di informazione costante all’utenza, con la finalità di ridurre al minimo i disagi per la popolazione, informando tempestivamente delle sospensioni”.

«acquevenete ha avviato una serrata progettazione all’indomani dell’emergenza maltempo di fine anno scorso, on il costante sostegno della Regione» sottolinea il presidente del gestore idrico, Piergiorgio Cortelazzo. «Il cantiere è partito nei tempi previsti e una volta portato a termine consentirà un significativo miglioramento del servizio offerto, soprattutto in caso di crisi. Chiediamo sin d’ora ai nostri utenti di pazientare per le inevitabili sospensioni che saranno necessarie in corso d’opera, che verranno comunque sempre annunciate con anticipo, ricordando che il fine ultimo è quello di non ripetere situazioni di disagio come quelle vissute in passato».

Il progetto, nel dettaglio, prevede una serie di interventi presso la centrale di Boara Polesine. Innanzitutto i lavori consentiranno di rimettere in funzione una sezione di trattamento parallela alla chiariflocculazione, ovvero i decantatori, che svolgono di fatto la stessa funzione. In secondo luogo, è previsto il rifacimento completo dell’impiantistica idraulica ed elettrica della filiera dei carboni attivi. Il terzo step riguarda l’adeguamento dell’opera di presa e infine verrà realizzato un nuovo impianto di trattamento delle acque di risulta. La finalità principale è quella di garantire la ridondanza di trattamento all’impianto, in particolare in relazione al comparto di chiariflocculazione/decantazione. Questa fase è quella più critica nel trattamento degli eventi di elevata torbidità, come è stato quello che ha interessato la centrale durante l’emergenza idrica di fine ottobre 2018. Nello stato di fatto il margine di sicurezza della chiariflocculazione della centrale di Boara è inferiore rispetto a quello degli altri impianti che prelevano dall’Adige ed è stata questa una delle cause per cui l’eccezionalità dei livelli di torbidità del fiume raggiunti durante la crisi ha causato la fallanza del trattamento di interessato Boara, e non invece quello delle altre centrali. Con le opere previste dal progetto sarà possibile garantire un più ampio margine di sicurezza all’impianto di Boara per far fronte ad eventi estremi di piena.

Trattandosi di interventi che per forza di cose si devono realizzare su un impianto in funzione, per la durata del cantiere potranno essere messe in programma delle sospensioni dell’erogazione: queste verranno sempre e comunque comunicate in anticipo, attraverso l’app acquevenete, il sito http://www.acquevenete.it, oltre ad avvisi inviati agli organi di stampa e agli enti territoriali.

Questo progetto rientra tra gli investimenti messi in programma da acquevenete per il potenziamento delle centrali sul fiume Adige, all’indomani dell’emergenza di fine ottobre 2018, quando l’eccezionale torbidità dovuta alla piena per l’ondata di maltempo sulla regione causò disagi agli utenti di nove Comuni rodigini, tra cui il capoluogo. Il masterplan messo in campo da acquevenete prevede nuove opere per un valore che supera i 12 milioni di euro, in parte sostenute dalla Regione Veneto nell’ambito della gestione emergenziale che ha visto la nomina del governatore del Veneto Luca Zaia a commissario delegato ai primi interventi urgenti di Protezione civile.

Per la sola centrale di Boara Polesine, oltre al cantiere attualmente in corso, è già stato ultimato un intervento di rifacimento dell’impianto di rilancio in rete e al ripristino del serbatoio pensile presso la centrale, per un importo complessivo di 800.000 euro, mentre il progetto da 5,5 milioni di euro per l’ulteriore potenziamento della centrale è in fase di affidamento dell’incarico di progettazione definitiva (con scadenza offerte il prossimo 7 ottobre). Questo intervento permetterà di realizzare nuovi comparti di processo (chiariflocculazione e filtrazione a sabbia, finissaggio su carbone attivo e accumulo), per garantire la potenzialità necessaria alla dismissione della centrale di Occhiobello e per creare una filiera parallela di processo.

Nel frattempo, per quanto riguarda le altre centrali che attingono dall’Adige, sono in esecuzione i lavori di adeguamento a Badia Polesine (RO) e Cavarzere (VE), un progetto del costo totale di 680.000 euro. A Badia Polesine è in corso anche un intervento di escavazione dell’alveo del fiume Adige, allo scopo di liberare dalla sabbia l’opera di presa sul fiume, per un importo di circa 200.000 euro, mentre a Cavarzere un ulteriore cantiere da 380.000 euro sta concretizzando i lavori di potenziamento necessari a ricevere la fornitura di acqua pedemontana attraverso il MOSAV. Altri tre adeguamenti sono in scaletta per le centrali sulla sponda padovana, con un investimento di 3,2 milioni di euro per le centrali di Piacenza d’Adige, Vescovana e Anguillara Veneta.

Degli investimenti strategici sulle centrali che attingono dall’Adige si è parlato ieri anche nel corso del Seminario “Servizio idrico nella bassa pianura veneta: problematiche e interventi dovuti alle mutazioni climatiche e agli inquinanti di nuova generazione”, promosso al Museo dei Grandi Fiumi a Rovigo da acquevenete e Confservizi Veneto, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Veneto.

Centrali di potabilizzazione, partito il cantiere a Badia Polesine e Cavarzere

Hanno preso l’avvio durante l’estate i lavori di adeguamento presso due delle centrali di potabilizzazione di acquevenete che attingono di fiume Adige, quella di Badia Polesine (RO) e quella di Cavarzere (VE). Si tratta di un progetto del costo totale di 680.000 euro. La conclusione di questo cantiere è prevista nel mese di aprile del prossimo anno.

Presso la centrale di Badia Polesine, con questo cantiere verranno realizzati l’adeguamento del pontile di prelievo dal fiume Adige, con la costruzione di una nuova struttura, e un nuovo comparto di trattamento delle acque di risulta.  Nella stessa centrale di Badia Polesine è in corso anche un intervento di escavazione dell’alveo del fiume Adige, allo scopo di liberare dalla sabbia l’opera di presa sul fiume, per un importo di circa 200.000 euro, che verrà ultimato entro il mese di marzo del 2020.

Anche nella centrale di Cavarzere le opere incluse in questo progetto prevedono l’adeguamento del pontile di prelievo dal fiume Adige, con una serie di interventi, a partire dal risanamento di tutte le superfici esterne degli elementi strutturali in acciaio del manufatto. Sempre per l’impianto di Cavarzere, sono già stati stanziati 380.000 euro per il progetto che prevede lavori di potenziamento necessari a ricevere la fornitura di acqua pedemontana attraverso il MOSAV. La consegna dei lavori è fissata per il 30 settembre e l’ultimazione avverrà entro 120 giorni.

Queste opere rientrano tra i primi interventi urgenti di protezione civile disposti dal Commissario Delegato Luca Zaia, a seguito dell’emergenza maltempo che ha interessato il territorio della Regione Veneto dal 27 ottobre al 5 novembre 2018. Per acquevenete, si inseriscono nel piano di ammodernamento e potenziamento di tutte le centrali di potabilizzazione che attingono dal fiume Adige.

Per quanto riguarda la centrale di Boara Polesine, agli interventi già ultimati per un importo di 800.000 euro si andranno ad aggiungere l’adeguamento dei decantatori (1,5 milioni di euro) e soprattutto il progetto da 5,5 milioni di euro per il potenziamento dell’impianto. Infine sono previsti anche tre adeguamenti per le centrali sul lato padovano del fiume Adige: 3,2 milioni di euro da investire per le centrali di Piacenza d’Adige, Vescovana e Anguillara Veneta.

 

Serbatoi pensili, acquevenete investe oltre un milione di euro per la manutenzione in Polesine

 

Ha preso l’avvio in questi giorni il cantiere per i lavori di manutenzione di tre serbatoi pensili di acquevenete, a Rovigo in località Boara Polesine, a Adria e a Porto Viro.

Si tratta di un intervento di manutenzione straordinaria per ripristinare gli importanti manufatti idrici. Nel dettaglio, le opere di progetto comprendono la rimozione delle parti degradate, la pulizia e il trattamento dei ferri e il completo restauro delle armature o la loro sostituzione, in modo da assicurare l’integrità strutturale e la lunga durata dei serbatoi pensili.

Il costo complessivo dell’opera ammonta a 531.000 euro. Il cantiere avrà una durata prevista, complessivamente, di circa 10 mesi.

Anche per un altro serbatoio pensile sono in arrivo lavori di ristrutturazione: lunedì prossimo infatti è in calendario l’avvio del cantiere presso il serbatoio di Taglio di Po.

Gli interventi inclusi in questo progetto riguardano la sistemazione strutturale delle superfici ammalorate in calcestruzzo e il consolidamento sismico della parte bassa della struttura, in modo da migliorarne la risposta sismica. Verranno effettuati anche la sostituzione delle tubazioni di adduzione e di scarico del serbatoio di sommità, la riverniciatura dei locali a piano terra e il ripristino della base delle pareti nel locale interrato.

Il costo complessivo ammonta in questo caso a 521.000 euro e il cantiere avrà una durata di circa 4 mesi.

 

Alla festa Auser premiata la professoressa Ena Quaranta in rappresentanza dell’Università Popolare

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Venerdì sera presso il Teatro Sociale di Rovigo si è tenuto lo spettacolo per il trentesimo anniversario di Auser, un’associazione di volontariato e di promozione sociale, impegnata nel favorire l’invecchiamento attivo degli anziani e valorizzare il loro ruolo nella società. Auser è stata costituita nel 1989 dalla Cgil e dal Sindacato dei pensionati Spi-Cgil ed ormai inserita in modo capillare sul territorio con ben 39 sedi nella provincia di Rovigo.

Ieri sera lo spettacolo “Tempi duri richiedono danze furiose” era volto alla sensibilizzazione del femminicidio, una delle emergenze sociali più gravi nel nostro paese. Auser ha realizzato un progetto denominato “Taci – Teatro, Arte, Cultura, Inclusione contro la violenza sulle donne”, finanziato dalla Regione del Veneto con risorse statali del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Il progetto mira ad educare al riconoscimento del problema della violenza di genere e della violenza sulle donne ed Auser si focalizza, in particolare, sulle donne anziane.

Dopo la presentazione del bilancio sociale il Presidente Nazionale Auser Enzo Costa, la Presidente Regionale Maria Gallo e la Presidente Provinciale Marinella Mantovani,  hanno premiato tutti i circoli Auser del territorio. Polesella era presente con la consigliera delegata Silvia Vignaroli e con l’assessore Sonia Colombani, che ha premiato la Signora Ena Quaranta a rappresentanza dell’Università Popolare di Polesella. Anche il circolo Auser di Polesella ha aderito al progetto T. A. C. I. e sabato 12 Ottobre verrà realizzata la “panchina rossa” in contemporanea in tutto il territorio regionale a testimonianza di un impegno sempre maggiore verso questa tematica rivolta anche ai giovani, prossimi adulti del futuro.