Thiago Motta, un incontro emozionante

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Ebbene, l’incontro tanto atteso c’è stato. Questa mattina, all’Hotel Savonarola di Occhiobello, dove il Genoa si trova in ritiro prima della partita che stasera opporrà i rossoblù a Ferrara, ho avuto il piacere di fare una lunga chiacchierata con Thiago Motta, accompagnato da alcuni dirigenti del Genoa. Puntuale, molto gentile, ha accolto con grande gioia la proposta di conferirgli la cittadinanza onoraria di Polesella, promettendo di venire a trovarci, insieme al papà, non appena gli impegni della stagione glielo consentiranno. Thiago ci ha donato una maglia del Genoa dedicata a Polesella, ha voluto informarsi sul nostro paese, sulla nostra comunità, sulle attività sportive, sul nostro stadio. La sua storia esemplifica quella di tanti emigrati che anni fa andarono in sud America a cercare fortuna e in alcuni casi sono riusciti a ritagliarsi ruoli significativi nelle professioni, nello sport, nella vita.  

Abbiamo avuto modo di parlare anche un po’ di calcio, della città di Genova, appassionata e appassionante, della storia della società più antica d’Italia, dei portieri che hanno vestito la maglia rossoblù e che ricordavo dai bei tempi: Braglia, Berti, Perin. Ho parlato molto bene di Radu, che mi sembra un portiere da tenere d’occhio per la sua esplosività, e il mister mi ha detto che hanno tre ottimi portieri in rosa (il secondo è l’ex nazionale Marchetti).  

Thiago Motta manda un abbraccio a tutta la comunità di Polesella e promette di non perdere più il contatto con la comunità che ha dato le origini e quelle radici italiane della sua famiglia.

 

 

La ZES sarà un grande successo “politico” del territorio.

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La notizia dell’inserimento, nella Legge di Bilancio, dell’emendamento che va a istituire una Zona Logistica Semplificata e rafforzata (di fatto, gli stessi vantaggi della Zes) rappresenta un grandissimo successo politico di un territorio che ha richiesto a gran voce, e con una forte unità di intenti, l’attenzione rispetto alle doverose prospettive di sviluppo, giustificate anche da dati socio economici che testimoniavano una grave situazione di spopolamento.

Personalmente, fin dal primo momento della presentazione del progetto, da parte di Confindustria Venezia-Rovigo, sono stato tra i sindaci che si sono spesi, in ogni modo, per ottenere l’obiettivo, con la speranza di offrire al Polesine opportunità di occupazione e rilancio altrimenti precluse.

Ora invito il Parlamento tutto ad approvare il provvedimento e dare man forte alle legittime ambizioni di concrete risposte per la Provincia tutta. Mi sia permesso, in questo contesto, ringraziare tutti i parlamentati, di ogni colore, che si sono spesi per il progetto, il Ministro Provenzano, i sottosegretari Baretta, Martella e Variati, che hanno supportato il percorso.

Un grazie di cuore anche ai parlamentari che ci hanno ricevuto a Roma, Luigi Marattin, Sara Moretto, Antonella Giacometti e alla senatrice Toffanin. Grazie a Ettore Rosato e Daniela Sbrollini, oltre che all’ex ministro Andrea Orlando, che sono stati tramite importante per il progetto.

Ci crediamo fino in fondo. Pronti a condividere con i polesani tutti un grande successo.

Zes: il ministro dice sì. Parte l’iter per l’approvazione

 

Una grande vittoria nella battaglia per gli inquilini Ater

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Dichiarazione del Sindaco Leonardo Raito

“Siamo orgogliosi di aver combattuto con serietà e con impegno una battaglia di civiltà nell’interesse dei nostri concittadini. La Regione del Veneto ha capito che gli effetti della Legge 39/2017 erano deleteri per molti inquilini che trovano nella casa popolare una risposta concreta a un’esigenza sociale. L’innalzamento del tetto Isee a 35.000 euro, l’esclusione dallo sfratto degli over 65, la revisione dei meccanismi di calcolo degli affitti, rappresentano già degli elementi preziosi di innovazione, che credo diano una risposta concreta almeno al 70% dei casi che erano stati posti alla nostra attenzione”. 

 

Articolo tratto da La Voce di Rovigo del 12 novembre 2019

Con  un duplice provvedimento la giunta regionale del veneto ha posto mano alle regole di assegnazione degli alloggi di edilizia pubblica e introduce correttivi al metodo di calcolo dei canoni per i 40 mila nuclei assegnatari. Con un emendamento al collegato alla legge di stabilità l’assessore all’edilizia pubblica e al sociale Manuela Lanzarin ha portato oggi all’approvazione unanime del  Consiglio regionale tre modifiche alla legge 39/2017: le modifiche introducono il concetto di ‘canone di permanenza’. Per gli inquilini ai quali è stato assegnato l’alloggio popolare prima della riforma 39 il tetto Isee-Erp per conservare il diritto all’abitazione popolare è di 35 mila euro (il 75 per cento in più della soglia di ingresso prevista dalla legge 39). Per gli assegnatari che hanno ottenuto un alloggio con la nuova legge il valore Isee-Erp di permanenza è di 26 mila (il 30 per cento in più dei 20 mila euro di valore di accesso).  Infine, gli anziani over 65 e i nuclei familiari con un disabile o con una persona non autosufficiente conservano il diritto all’alloggio  anche nel caso in cui superino la soglia massima di reddito stabilita dalla legge (35 mila euro).

La seconda mossa, con la quale la Giunta intende rivedere l’algoritmo che governa assegnazioni e canoni e introdurre  criteri di maggior gradualità e personalizzazione, è un provvedimento amministrativo di modifica del regolamento applicativo della legge 39. Provvedimento  approvato pochi giorni fa dall’esecutivo di palazzo Balbi, su proposta dell’assessore Lanzarin, e trasmesso  oggi alla seconda commissione del Consiglio regionale per il parere di competenza.

“Le modifiche al regolamento intervengono per tutelare i soggetti più poveri, gli anziani over 75 e i nuclei composti da una persona sola, nonchè per ridurre l’incidenza sul calcolo dell’Isee-Erp di patrimoni immobiliari infruttuosi o per graduare l’impatto sul canone dell’eventuale miglioramento della situazione economica del nucleo”, anticipa l’assessore Lanzarin.

“Avevamo promesso alcun correttivi per introdurre elementi di maggior gradualità e maggior tutela per anziani e disabili – prosegue – e con i due provvedimenti portati oggi all’esame dell’assemblea consigliare, uno di natura legislativa e uno di natura amministrativa, abbiamo mantenuto fede alle aspettative. Solo la modifica legislativa a favore degli over 65 e delle famiglie con disabili, approvata con il collegato alla legge di stabilità, mette in sicurezza circa 24 mila nuclei  famigliari, vale a dire il 60 per cento degli inquilini Erp”.

Nel dettaglio, un’anticipazione delle modifiche al regolamento sono:

– una franchigia sui risparmi, per i nuclei familiari più fragili, che tenga conto del piccolo patrimonio accantonato per le necessità familiari,

– la neutralizzazione dell’iva che sarà assorbita nel canone e così non andrà a gravare sugli inquilini,

– la riduzione del valore omi della zona così da tenere conto delle caratteristiche del tipo di edilizia popolare, in modo da avere una riduzione sui canoni,

– lo scorporo dal calcolo di eventuali patrimoni immobiliari infruttuosi e inalienabili.

“I due provvedimenti comprovano il lavoro di ascolto attento del territorio, degli inquilini, delle amministrazioni e delle parti sociali svolto, anche attraverso i tavoli regionali, e la puntuale analisi condotta su patromonio e fabbisogno sociale – conclude Lanzarin – Senza alterare l’impianto della legge veneta, che introduce criteri di temporaneità e di mobilità nel patrimonio di edilizia residenziale pubblica per riuscire a garantire una casa popolare a chi più a bisogno, ne rendiamo ora più graduale l’applicazione: le modifiche vanno incontro alle esigenze dei più, famiglie, anziani, nuclei con disabili, indigenti, con garanzie esplicite sul diritto a conservare l’abitazione per i più anziani e sul contenimento dei canoni per i meno abbienti. Con questa rimodulazione quasi mille inquilini anziani ultrasettantacinquenni con reddito Isee Erp fin a 6 mila euro si vedranno applicare il canone minimo di 40 mila. A perdere il diritto all’alloggio per motivi di redditi saranno, nell’arco di due anni, circa 300 assegnatari. Mi auguro che ora il Consiglio possa esaminare con serenità e con la giusta tempistica le modifiche regolamentari proposte, in modo che a partire dal 1° gennaio 2020 Ater e Comuni possano applicare i correttivi e risolvere in modo equo le situazioni più problematiche” .

Il nostro impegno per la Zes (un resoconto di mesi di lavoro)

Quella per la zona economica speciale del Polesine e di Marghera, è una battaglia che ci sta impegnando da diversi mesi, da quando abbiamo recepito la proposta di Confindustria Venezia-Rovigo, avviando un percorso che, speriamo, possa portare occupazione e occasioni di sviluppo al nostro territorio. Abbiamo il dovere di crederci. In questo piccolo dossier una raccolta di articoli e informazioni sull’impegno che abbiamo messo in campo. 

25 gennaio: Piano Industriale per l’Area Metropolitana di Venezia e Rovigo

Il Presidente di Confindustria Venezia Rovigo Vincenzo Marinese, in occasione dell’Assemblea Generale svoltasi il 24 gennaio scorso, ha presentato il piano industriale dell’Area Metropolitana di Venezia e Rovigo, realizzato dagli imprenditori e validato dall’advisor internazionale EY.

Tra le azioni cruciali per il rilancio del territorio, l’istituzione delle Zone Economiche Speciali (Zes), per favorire l’insediamento di nuove realtà imprenditoriali, oltre ad agevolare investimenti di aziende già presenti.

Il piano di Confindustria Venezia Rovigo, in allegato, ha stimato che nel solo Comune di Venezia e nei Comuni della provincia di Rovigo sarebbero disponibili 385 ettari, ad oggi dismessi o abbandonati che, se inseriti in una Zes, potrebbero attivare in tre anni 2,4 miliardi di euro di investimenti7.600 posti di lavoro diretti e 19.000 indiretti. 

 

Venerdì 15 marzo 2019 sottoscrizione protocollo a Venezia

E’ stata sottoscritta venerdì 15 marzo a Ca’ Farsetti la lettera di intenti per invitare il Governo ad avviare, entro il 31 dicembre 2019, il procedimento per l’istituzione di una “Zona economica speciale” (Zes) nell’area metropolitana di Venezia e Rovigo. La firma del documento è stata preceduta dalla presentazione dei suoi contenuti da parte del sindaco del Comune e della Città Metropolitana di Venezia, Luigi Brugnaro, del presidente di Confindustria Venezia, Area Metropolitana di Venezia e Rovigo, Vincenzo Marinese, dei prefetti di Venezia e Rovigo, Vittorio Zappalorto e Maddalena De Luca, e dal presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico Settentrionale Porto di Venezia e Chioggia, Pino Musolino. Erano presenti alla sottoscrizione anche l’assessore regionale al Territorio, Cultura e Sicurezza, Cristiano Corazzari, e il questore Danilo Gagliardi.

Le Zes sono territori che si contraddistinguono per benefici fiscali e per la possibilità di usufruire di alcune semplificazioni procedurali e doganali per realizzare condizioni favorevoli alle imprese. Se ne contano circa 4000 al mondo, di cui 800 in Europa. In particolare l’articolo 107 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea prevede la possibilità, per il periodo 2014-2020, di costituire delle Zes anche in alcune aree del Nord Italia, tra cui le zone di Porto Marghera, Campalto, Murano, Arsenale, Zona Portuale e Tronchetto nel Comune di Venezia e, nella Provincia di Rovigo, i comuni di Bergantino, Ceneselli, Trecenta, Bagnolo di Po, Fiesso Umbertiano, Polesella, Canaro, Occhiobello, Stienta, Gaiba, Ficarolo, Salara, Calto, Castelmassa, Castelnovo Bariano e Melara.

“Credo che sia arrivato il momento di fare le cose, non di continuare a dividerci o a pensare che le iniziative siano contro qualcuno”. Ha esordito così il sindaco Brugnaro, dopo aver ringraziato e dato il benvenuto a tutti i presenti. “E’ l’ennesima occasione – ha proseguito – una proposta concreta, che sosteniamo e che speriamo vada in porto. Noi stiamo proponendo all’Italia modelli di condivisione. Ricordo che la Zes in Polonia è stato un elemento trainante per lo sviluppo. Certo ha un costo per lo Stato, ma questo è talmente piccolo rispetto ai vantaggi che se ne ricavano in termini di occupazione, che conviene istituirla. Nell’operatività dei mercati bisogna infatti portare traffico in uscita e in entrata, puntare sulla logistica: tutto questo ha una ricaduta totale sul territorio. Se penso in particolare a Venezia questo è un modo di puntare su un altro filone di sviluppo e superare così la monocultura turistica, facendo sistema con l’area più vasta che la circonda che va fino a Rovigo. Ai sindaci che sono qui oggi dico che devono sentirsi un tutt’uno con Venezia, perché insieme possiamo far ripartire fabbriche, commercio e lavoro. Puntiamo su una produzione onesta e green, che si può ottenere grazie alla ricerca. Mi auguro che questa possa essere una giornata foriera di altri incontri, per continuare a collaborare per la crescita del nostro territorio”.

Secondo il Piano industriale che Confindustria Venezia Rovigo ha elaborato, infatti, l’istituzione di una Zes in Veneto, limitatamente alle sole aree libere che oggi non producono di alcun reddito, pari a 385 ettari – suddivisi in 215 ettari a Porto Marghera e 170 ettari nei comuni della provincia di Rovigo – potrebbe attrarre 2,4 miliardi di investimenti (6,2 milioni per ettaro), creando 26.600 posti di lavoro tra diretti ed indiretti (1 posto di lavoro ogni 320.00 euro di investimento).

“È importante il coinvolgimento di tutti coloro che hanno colto la caratteristica di questo accordo – ha dichiarato in merito il presidente Marinese – : Confindustria da oggi mette questo progetto a disposizione di tutta l’area metropolitana di Venezia e Rovigo. Ringrazio il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, per averci ospitato e perché è stato tra i primi a crederci. Contiamo molto nell’impegno dei Sindaci e delle Associazioni di categoria, affinché la nostra richiesta sia condivisa da tutto il territorio. C’è l’esigenza di creare occupazione e valore. Oggi celebriamo un atto rilevante: in nessuna Zes d’Europa è stato il territorio a chiederne l’istituzione. Con la Zes, dobbiamo far crescere il territorio in modo sano, per combattere l’illegalità, puntando sul valore dello sviluppo e sulle aziende, vero nostro patrimonio”.

Totale sintonia con il Comune e con Confindustria Venezia Rovigo è stata poi espressa dal presidente Pino Musolino, che ha sottolineato come le Zes rappresentino un’opportunità di crescita per il porto e per l’economia, visione condivisa anche dall’assessore della Regione Veneto Cristiano Corazzari.

Un pieno sostegno all’iniziativa è stato confermato da parte dei prefetti di Rovigo e Venezia, per i quali l’istituzione della Zes è un’opportunità da non perdere per il territorio.

L’elenco completo dei firmatari:

  • il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro
  • il presidente di Confindustria Venezia Area Metropolitana di Venezia e Rovigo,Vincenzo Marinese
  • il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto
  • il prefetto di Rovigo, Maddalena De Luca
  • il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale Porti di Venezia e Chioggia, Pino Musolino
  • il presidente di Confartigianato Imprese Città Metropolitana di Venezia, Salvatore Mazzocca
  • il vicepresidente di Confcommercio Unione Metropolitana di Venezia, Elio Dazzo
  • il presidente di Cna – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, Associazione Metropolitana di Venezia, Giancarlo Burigatto
  • il segretario di Cna – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa per l’Associazione Provinciale di Rovigo, Renato Fabbro
  • il presidente di Confartigianato Polesine, Marco Marcello
  • il direttore di Confesercenti Città Metropolitana di Venezia, Maurizio Franceschi
  • il vicepresidente con delega alla Territoriale di Rovigo di Confindustria Venezia Area Metropolitana di Venezia e Rovigo, Gian Michele Gambato
  • il presidente della Provincia di Rovigo, Ivan Dall’Ara
  • l’assessore  alla  Scuola,  Cultura  e  Pari  Opportunità  di  Bagnolo  di  Po, Chiara Magaraggia
  • il sindaco di Bergantino, Giovanni Rizzati
  • il sindaco di Calto, Michele Fioravanti
  • il sindaco di Canaro, Nicola Garbellini
  • il sindaco di Castelmassa, Eugenio Boschini
  • il sindaco di Castelnovo Bariano, Massimo Biancardi
  • il sindaco di Ceneselli, Marco Trombini
  • il sindaco di Ficarolo, il Sindaco Fabiano Pigaiani
  • la sindaca di Fiesso Umbertiano, Luigia Modonesi
  • il vicesindaco di Gaiba, Stefano Soriami
  • la sindaca di Melara, Paola Davì
  • il sindaco di Occhiobello, Daniele Chiarioni
  • il sindaco di Polesella, Leonardo Raito
  • il sindaco di Salara, Andrea Prandini
  • il sindaco di Stienta, Enrico Ferrarese
  • il sindaco di Trecenta, Antonio Laruccia
  • il sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia
  • la sindaca di Portogruaro, Maria Teresa Senatore
  • la vicesindaca di San Donà di Piave, Silvia Lasfanti

 

18 aprile: il convegno a Polesella

E’ stato un successo l’incontro organizzato lunedì sera in sala degli Agostiniani dal sindaco di Polesella, Leonardo Raito, per parlare di Zes, zone economiche speciali, con i vertici di Confindustria.

Un progetto, quello della Zes, che il Raito vede come un’enorme opportunità e sui cui si basa anche il suo programma elettorale, con la lista “Polesella Domani”, per quanto riguarda lo sviluppo economico.

Ci sono vari interventi previsti ed elencati nero su bianco tra i suoi intenti, infatti, per favorire lo sviluppo economico del territorio, aumentando il dialogo tra amministrazione e imprese, potenziando le infrastrutture e supportando lo sviluppo sostenibile nel rispetto dell’ambiente, facendo infine nascere lo “sportello impresa”.

“L’inserimento del territorio comunale nella Zona economica speciale rappresenta la grande opportunità del prossimo decennio, con possibili ricadute, per la zona polesana, di centinaia di milioni di euro e di migliaia di posti di lavoro – spiega Raito – La Zes attirerà investimenti, favorirà il recupero e la riqualificazione di vecchi spazi ed aree produttive, attirerà famiglie interessate alle rinnovate possibilità occupazionali”.

Ed ecco come il candidato sindaco per le prossime amministrative vede l’intervento del comune per far sì che questa possibilità diventi realmente concreta: “Il comune di Polesella potrà guidare i processi e i fenomeni che si genereranno, con un ruolo da protagonista – spiega Raito – Inizieremo istituendo una commissione economica permanente per favorire l’incontro tra le esigenze delle imprese, il territorio, e gli uffici comunali”.

 

28 maggio: intervento del sindaco Leonardo Raito

Ora che le elezioni sono finite, e che la campagna elettorale non ha più niente da dire, visto il risultato enorme della Lega, è giunto il momento che si ribaltino le prospettive di questo governo e si cominci a fare sul serio per la zona economica speciale, che è la migliore prospettiva per questo Polesine”.

Leonardo Raito, riconfermato sindaco di Polesella, comune inserito nei 16 per il territorio della zona economica speciale, coglie al balzo le parole di Vincenzo Marinese, presidente di Confindustria Venezia-Rovigo, e rilancia: “Il partito di Salvini, in Polesine, ha raggiunto un risultato eclatante, stellare. Bene, questo risultato deve anche dimostrare che la Lega può fare qualcosa per i polesani, e quel qualcosa è smettere di tentennare sulla Zes, superare le ultime resistenze e far partire un percorso che per il Polesine significa oltre 20.000 posti di lavoro e miliardi di euro di investimenti e ricadute. Su questo, il mutato peso nella maggioranza di governo deve essere determinante. O la Lega si batte per lo sviluppo o è meglio che si torni a votare”.

Alla base della necessità della Zona Economica Speciale stanno anche tutta una serie di motivazioni sociali: “Questa provincia sta drammaticamente calando per numero di abitanti. La gente se ne va perché la qualità occupazionale non è all’altezza. Per bloccare lo spopolamento serve sviluppo. Una prospettiva è quella turistica, certo, ma non può bastare. E la zona economica speciale, che pare la Ministra per il Sud Lezzi voglia riservare solo al meridione, è la grande opportunità. Io ho sensibilizzato tutti i politici nazionali che sono passati in Polesine per la campagna elettorale per fare presente questa esigenza”.

In caso il Polesine non venga ascoltato, Raito insieme ad altri sindacisembrano pronti a giornate campali o gesti eclatanti: “Ce lo siamo ripromessi. Incatenarci a Roma davanti al Parlamento o al Ministero dello sviluppo economico, attuare scioperi della fame e della sete. I politici nazionali devono ascoltare le voci del territorio. Non possono pensare di far morire una terra solo per i propri vezzi o i propri equilibri interni. Per la Zes siamo pronti alla guerra”.

 

20 giugno, elaborazione documento sindaci

POLESELLA (ROVIGO) – “La Zona Economica Speciale è un diritto fondamentale per il nostro territorio”. I 16 sindaci dei comuni del Polesine coinvolti nel progetto richiesto da Confindusitra Venezia Rovigo al Ministero, la  Zona Economica Speciale dei territori di Marghera e Polesine, dopo essersi trovati nei giorni scorsi, hanno preparato un documento aperto alla sottoscrizione di tutti i sindaci del territorio provinciale, in cui analizzano il dato economico, lavorativo, demografico e di sviluppo della provincia, per illustrarlo al ministro Barbara Lezzi, che “differentemente dalle immagini distorte narrate nelle ultime settimane, vive una condizione di sofferenza equiparabile a quella di altre regioni italiane meno sviluppate”.

“Negli ultimi anni, – spiegano i 16 sindaci – il territorio polesano sta vivendo un drammatico calo demografico. Tra il 2014 e il 2018 la popolazione è passata da 242.533 abitanti a 234.864. Si tratta di un dato che si accompagna a saldi naturali e migratori negativi e a un indice di vecchiaia in continua crescita (234,6, dato 2018) e decisamente più alto rispetto al dato nazionale (172,9) e veneto (172,2). Si sta pertanto assistendo a una diminuzione e a un invecchiamento della popolazione che non consentono previsioni ottimistiche per il futuro della provincia”.

Lo scritto riporta come storicamente, un calo di questa portata si sia vissuto nel territorio soltanto dopo la tragica alluvione del 1951 quando oltre 100.000 polesani emigrarono verso le regioni industrializzate e il nord Europa alla ricerca di fortuna e di lavoro.

Il documento cita lo studio effettuato da Confindustria Venezia-Rovigo, “le cui ricadute dimostrano come l’istituzione della Zes possa rimettere in moto un’economia sofferente e che non ha potuto e saputo rialzarsi dalla drammatica crisi economica dell’ultimo decennio”.

I numeri raccontano bene un territorio dove lo sviluppo non è mai approdato efficacemente. “I dati socio economici territoriali, tratteggiano una realtà molto diversa da chi dipinge quella di Rovigo come una provincia privilegiata. In realtà, i dati occupazionali denotano un territorio con tassi di disoccupazione, redditi medi ecc. più simili ad alcune sofferenti aree del meridione d’Italia, che al resto del Veneto, quindi di regioni considerate meritevoli delle istituzioni delle Zone Economiche Speciali. Il calo del numero delle imprese si accompagna anche a un calo dell’occupazione. Poche opportunità lavorative spingono molti giovani a cercare fortuna e prospettive di vita altrove”. 

Uno sviluppo temporaneo e non sufficientemente coordinato, ha portato, nei territori dei sedici comuni polesani interessati dalla proposta della Zes, la realizzazione di svariate aree industriali e artigianali oggi in parte abbandonate e da riqualificare. “La provincia è stata tuttavia interessata da alcuni investimenti sulle tratte viarie e dei collegamenti che la rendono appetibile in una funzione logistica e geografica. – spiegano i 16 – La tratta ferroviaria Bologna-Padova, l’autostrada A13, i tre caselli autostradali, collegati con le principali direttrici Est-Ovest (Transpolesana su Verona, Eridania su Mantova), e Nord-Sud (Strada Statale 16, Strada Statale Romea, Valdastico), la fluvialità (idrovia Fissero-Tartaro-Canalbianco), la presenza di un Interporto, rappresentano indubbiamente basi solide su cui costruire un supporto a insediamenti produttivi.

Il territorio polesano vede pertanto nelle opportunità connesse alla Zes una base di forte attrattività per le imprese che potrebbero insediarsi, con conseguenti ricadute positive e benefiche per tutta la provincia, per il suo sistema dei servizi pubblici e privati, per le economie di prossimità e per le imprese”.

“Noi sottoscritti sindaci polesani, – conclude il documento – in rappresentanza delle nostre municipalità e di un territorio negli anni vessato, richiediamo a gran voce una parità di trattamento rispetto ad altre aree disagiate del paese.

Meritiamo la Zes non come una concessione verticistica, ma come un diritto teso a fornire al Polesine pari dignità, pari opportunità e prospettive. Auspichiamo pertanto, da parte del Governo e del Presidente della Repubblica, un supporto a una legittima rivendicazione che deve essere il giusto riconoscimento a un territorio in sofferenza e a lungo vessato”.

 

25 giugno. ZES, DA ROVIGO UN APPELLO AL PRESIDENTE MATTARELLA DA PARTE DEI COMUNI DELL’AREA METROPOLITANA DI VENEZIA E ROVIGO E DA CONFINDUSTRIA

La lettera è stata consegnata la Prefetto di Rovigo Maddalena De Luca e chiede la costituzione della Zona Economica Speciale entro il 31 dicembre del 2019

E’ stata sottoscritto martedì 25 giugno nella sede della Prefettura di Rovigo l’appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affinché solleciti il Governo ad avviare, entro il 31 dicembre 2019, il procedimento per l’istituzione di una “Zona economica speciale” (Zes) nell’area metropolitana di Venezia e Rovigo.

Il documento è stato firmato e consegnato al Prefetto di Rovigo Maddalena De Luca da parte del Presidente della Provincia di Rovigo Ivan Dall’Ara, dal Presidente di Confindustria Area Metropolitana di Venezia e Rovigo Vincenzo Marinese, dai 16 sindaci del Polesine, oltre che dal presidente della Commissione Attività Produttive Paolo Pellegrini per conto del Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro e dai rappresentanti dell’area del Veneto Orientale della Città metropolitana Maria Teresa Senatore, Sindaco di Portogruaro e Alessandro Perazzolo, assessore alle attività produttive del Comune di Jesolo.

Le Zes sono territori che si contraddistinguono per benefici fiscali e per la possibilità di usufruire di alcune semplificazioni procedurali e doganali per realizzare condizioni favorevoli alle imprese. Se ne contano circa 4000 al mondo, di cui 800 in Europa. In particolare l’articolo 107 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea prevede la possibilità, per il periodo 2014-2020, di costituire delle Zes anche in alcune aree del Nord Italia, tra cui le zone di Porto Marghera, Campalto, Murano, Arsenale, Zona Portuale e Tronchetto nel Comune di Venezia e, nella Provincia di Rovigo, i comuni di Bergantino, Ceneselli, Trecenta, Bagnolo di Po, Fiesso Umbertiano, Polesella, Canaro, Occhiobello, Stienta, Gaiba, Ficarolo, Salara, Calto, Castelmassa, Castelnovo Bariano e Melara.

La Zona Economica Speciale dei territori di Marghera e Polesine, rappresenta una fondamentale occasione per il Veneto.

“La dismissione di importanti impianti industriali e il graduale calo del peso occupazionale caratterizzano anche Porto Marghera – ha spiegato Paolo Pellegrini -. L’area, riconosciuta come Area di crisi industriale complessa con decreto del Ministro dello sviluppo economico dell’8 marzo 2017, è da tempo interessata da un processo di riqualificazione ambientale e funzionale sostenuto dal Comune di Venezia e dalle Istituzioni pubbliche, locali e nazionali. L’istituzione della Zes rappresenterebbe certamente un ulteriore asset di Porto Marghera che, associato all’elevato grado di infrastrutturazione e alla consistente disponibilità di aree, potrebbe accelerare il processo di riconversione in atto e favorire l’insediamento di nuove iniziative economiche e l’attrazione di nuovi investimenti”.

“Non lavoriamo solo per i nostri territori – ha detto il Sindaco di Portogruaro Maria Teresa Senatore – ma per un’idea che fornisce grande opportunità con un metodo di lavoro frutto della collaborazione di aree metropolitane come quelle del Polesine e del Veneto Orientale oltre che dell’area di Porto Marghera. E’ indispensabile collaborare con le associazioni di categoria e fare rete, al di là del colore politico di appartenenza. Servono opportunità di crescita per i nostri giovani che chiedono di poter lavorare nei nostri territori. Speriamo che il Governo e il Presidente Mattarella ci ascoltino”

Le ricadute occupazionali previste dallo studio effettuato da Confindustria Venezia-Rovigo, dimostrano come l’istituzione della Zes potrebbe rimettere in moto un’economia sofferente che non ha potuto e saputo rialzarsi dalla drammatica crisi economica dell’ultimo decennio.

La provincia di Rovigo e la Città metropolitana di Venezia sono state interessate da rilevanti investimenti sulle tratte viarie e sui collegamenti che garantiscono un sistema della mobilità integrato e multimodale:tra questi si ricordano: la tratta ferroviaria Bologna-Padova, l’autostrada A13, i tre caselli autostradali, collegati con le principali direttrici Est-Ovest (Transpolesana su Verona, Eridania su Mantova), e Nord-Sud (Strada Statale 16, Strada Statale Romea, Valdastico), la fluvialità (idrovia Fissero-Tartaro-Canalbianco), la presenza di un interporto, di un porto tra i principali porti in Italia per volume di traffico e del terzo polo aeroportuale italiano rappresentano basi solide su cui costruire un supporto a insediamenti produttivi.

Le istituzioni polesane e veneziane vedono nelle opportunità connesse alla Zes una base di forte attrattività per le imprese che potrebbero insediarsi, con conseguenti ricadute positive e benefiche per tutta la provincia e per la Città Metropolitana, per il suo sistema dei servizi pubblici e privati, per le economie di prossimità e per le imprese

 

16 luglio incontro amministratori democratici e sindacati a Stienta

STIENTA (Rovigo) – I circoli e gli amministratori del Partito democratico dei sedici comuni dell’area Zes si sono ritrovati a Stienta per discutere dell’opportunità dell’istituzione della Zona economica speciale e delle possibili ricadute, riproponendosi di affiancare i soggetti promotori e i sindaci di qualsiasi colore nel portare avanti una battaglia che può rappresentare la grande occasione di rilancio del territorio.

In apertura di serata il segretario provinciale del Pd, Giuseppe Traniello Gradassi ha evidenziato l’importanza dell’impegno politico del partito a sostegno di una battaglia territoriale che deve unire e non dividere. Il sindaco di Polesella, Leonardo Raito, introducendo la serata, ha spiegato le normative che regolano l’istituzione delle Zes e ha, utilizzando larghi passi dello studio della Confindustria Venezia-Rovigo, sottolineato le ricadute occupazionali e in termini di investimenti. Raito ha voluto infine spiegare come ci si attendano insediamenti di qualità, rispettosi dell’ambiente e poco impattanti, anche perché le normative regionali prevedono l’impossibilità di occupare nuovo suolo e vedono invece la prospettiva del recupero delle aree dismesse o sotto utilizzate.

Importante è stata la partecipazione alla serata dei tre segretari provinciali delle confederazioni sindacali. Riccardo Del Lago, per la Uil, ha voluto evidenziare come il sindacato sia disponibile a fare la sua parte in una battaglia che però deve essere rispettosa della qualità e dei diritti del lavoro. Andrea Moscatoba della Cisl ha invitato il Polesine a fare squadra e a superare eventuali diverse valutazioni, ma anche a non considerare la Zes come ultima speranza per il territorio, in una fase in cui un grave vuoto di rappresentanza rappresenta l’elemento di maggiore difficoltà per la Provincia. Pieralberto Colombo della Cgil ha voluto riprendere parte degli interventi assicurando una piena disponibilità a un dialogo rispetto a una grande opportunità che va governata dal territorio in modo univoco e coordinato, onde evitare errori gestionali.

Diego Crivellari, che ha coordinato la serata, ha espresso soddisfazione per gli elementi portati al confronto e per i molti interventi del pubblico, tutti concordi sulla necessità di una ripresa politica per il Polesine e la sua popolazione. L’assemblea ha poi concordato di definire un documento politico programmatico da portare in discussione, in accordo con i sindaci, nei consigli comunali e la necessità di una definizione di un tavolo provinciale dell’economia a cui partecipino anche le parti sociali.

 

26 settembre: convegno ORSA a Mestre

Mestre: incontro pubblico sulla Zona economica speciale nell’area metropolitana di Venezia Rovigo

(FERPRESS) – Venezia, 26 SET – Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha partecipato questa mattina a Mestre ad un incontro pubblico sulla Zona economica speciale nell’area metropolitana di Venezia Rovigo. All’appuntamento, promosso dal Centro culturale Studi ferroviari esercizio trazione G.K. Koenig dell’Organizzazione sindacati autonimi di base, sono inoltre intervenuti, tra gli altri, il presidente di Confindustria Venezia-Rovigo, Vincenzo Marinese, il presidente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Pino Musolino, l’assessore al Territorio della Regione Veneto, Cristiano Corazzari, i sindaci di Polesella, Leonardo Raito, e di Arquà Polesine, Chiara Turolla, il segretario confederale OrSA, Ezio Ordigoni, e il segretario OrSA Ferrovie Venezia, Valentina Invaso.

Nella relazione introduttiva sono stati illustrati in sintesi due progetti ferroviari per lo sviluppo della portualità veneziana: il primo prevede una nuova uscita ferroviaria per le merci da Porto Marghera che colleghi direttamente con la Linea Venezia-Milano e con la Linea dei Bivi per Udine e Trieste, il secondo la creazione di un anello ferroviario tra la stazione di Mestre e l’aeroporto Marco Polo di Venezia.

Sulle grandi potenzialità dell’area di Venezia e Rovigo si è concentrato l’intervento di Marinese, che ha evidenziato la crescita importante dell’area metropolitana di Venezia e Rovigo, realtà a grande vocazione industriale, ma anche manifatturiera e del terziario, che insieme a Treviso e Padova contribuisce al 50% della ricchezza prodotta in Veneto. Della Zona economica speciale come volano per il Veneto e moltiplicatore dell’economia hanno parlato Corazzari e Musolino, sottolineando le positive ricadute sul territorio dell’istituzione della Zes, dalla crescita degli investimenti al conseguente aumento dei posti di lavoro.

“Siamo qui oggi – ha esordito il sindaco Brugnaro – per testimoniare un’unità di intenti, perché è solo restando uniti che possiamo portare a casa risultati, come l’istituzione della Zes, che sono un beneficio non solo per il nostro territorio ma per tutto il Paese. A Porto Marghera abbiamo una delle più grandi aree industriali del Paese, che trarrebbe sicuramente beneficio dagli investimenti che la Zes può attrarre. Si parla molto di ambiente, ma non basta manifestare, servono azioni concrete. La rimodulazione delle aree industriali è un grande servizio per la tutela dell’ambiente”.

“La Zes – ha proseguito il primo cittadino di Venezia – è un tassello di un mosaico molto più ampio che deve portare al rilancio di una città come la nostra che è stata ferma per troppo tempo e che ha bisogno di credere di più in se stessa. Serve una città ancora più grande e compatta, serve ragionare per interessi comuni, non per simpatie o antipatie personali. Dobbiamo guardare avanti, lo dobbiamo ai nostri giovani: se restiamo uniti possiamo tornare a vincere”.

 

6 novembre: il viaggio a Roma 

ROVIGO – Buone notizie sul fronte della costituzione della Zes, la Zona economica speciale la cui costituzione dovrebbe portare, in Polesine, nuovi posti di lavoro e importanti agevolazioni.

Riprende quota la speranza per la Zes. La missione romana dei sindaci e di Confindustria ridà fiato alle speranze del territorio di poter contare su una zona economica speciale per far arrivare in Polesine e a Marghera insediamenti produttivi (grazie a sgravi e contributi) e rilanciare così l’occupazione.

Dopo il pessimismo e i toni cupi dei giorni scorsi, la Zes torna a riavvicinarsi anche se il cammino per ottenere dal governo l’istituzione della Zona economica non è affatto in discesa. E infatti, come sottolinea il sindaco di Trecenta Antonio Laruccia: “Non diciamo gatto finché non è nel sacco”.

E’ stata dunque positiva la missione nella capitale dei sindaci polesani e di Massimo Barbin per Confindustria Venezia Rovigo. Ieri i 13 primi cittadini della provincia di Rovigo hanno incontrato prima il capogruppo della commissione bilancio, l’onorevole Luigi Marattin e poi lo staff e il capo di gabinetto del ministero per il Sud, titolare dei dossier per le Zes. Con gli amministratori polesani anche gli onorevoli Piergiorgio Cortelazzo, Antonietta Giacometti, e la senatrice Toffanin.

Sia lo staff del ministro Provenzano (impegnato sul caso Ilva) che Marattin hanno accolto le richieste dei sindaci dichiarando che la Zes per il Polesine e per Marghera è possibile costruendo una norma da inserire nella prossima legge di bilancio. Una norma che dovrà essere messa a punto, dal punto di vista tecnico, da Confindustria Venezia Rovigo e dai tecnici del ministero. Sia Marattin, che i sottosegretari Baretta e Variati hanno dato disponibilità a sostenerla in sede di approvazione della legge finanziaria. Da verificare se si tratterà di inserire la Zes direttamente nella manovra di bilancio o attraverso un emendamento, cosa che fa tremare le vene ai polsi.

E sono gli stessi primi cittadini a spiegare che “i sindaci polesani in delegazione insieme a Confindustria Venezia Rovigo a Roma esprimono soddisfazione per l’esito degli incontri tenuti con le delegazioni parlamentari e con lo staff del ministro Provenzano con cui hanno sostenuto l’istituzione della Zes a Marghera e in Polesine”. Nel corso della mattinata i sindaci hanno “presentato un documento che evidenzia la situazione di crisi degli indicatori socio economici del territorio e hanno incontrato i parlamentari Marattin, Cortelazzo, Giacometti, Moretto e la senatrice Toffanin che hanno assicurato pieno sostegno al progetto, e la piena disponibilità dei gruppi parlamentari ad appoggiare il provvedimento, e si propongono di calendarizzare un incontro con il ministro veneto D’Incà”.

Nel pomeriggio, grazie anche all’interessamento dell’onorevole Andrea Orlando, la delegazione “è stata ricevuta al ministero del Sud e della coesione sociale dove è stata ribadita la disponibilità del ministro alla valutazione del provvedimento di istituzione della Zes”.

Ci sono quindi due-tre settimane per capire se la Zes per il Polesine potrà davvero diventare realtà e dare fiato e gambe alla ripresa industriale ed occupazionale.

“Obiettivo centrato”. Leonardo Raito, sindaco di Polesella, spiega: “Abbiamo centrato l’obiettivo. Abbiamo ribadito al governo che la Zes è fondamentale per far crescere il territorio. Abbiamo ottenuto la copertura politica che serviva. Certo la strada è ancora da percorrere, ma rispetto a qualche giorno fa, siamo più fiduciosi”. Antonio Laruccia rivolge “un immenso grazie a tutti i sindaci che hanno aderito alla proposta di scendere su Roma e un sentito grazie a Raito per i contatti a livello politico istituzionale e governativo. Un grande risultato ma… diciamo gatto quando lo avremo nel sacco”.

La senatrice Toffanin da parte sua rimarca l’appoggio a Confindustria e ai sindaci “per chiedere a gran voce l’istituzione della Zes nel territorio. Strumento indispensabile per attrarre investimenti, per sviluppare le imprese, creare lavoro, aumentare Pil, evitare lo spopolamento in atto. Non si vuole reddito di cittadinanza e nemmeno arrivare al punto di dover chiedere ammortizzatori sociali, ma si chiedono gli strumenti utili per creare impresa e lavoro. In commissione è stato votato all’unanimità un mio ordine del giorno che impegna il governo ad istituire la Zes per le zone interessate di Venezia e Rovigo. Ora speriamo che l’impegno si concretizzi con la legge di bilancio. E’ un tema che può cambiare le sorti di un territorio, che riguarda tutti”.

Per Confindustria Venezia Rovigo a Roma è andato il vicedirettore Massimo Barbin: “Condivido il senso di fiducia dei sindaci. L’azione forte del territorio, amministratori e categorie produttive, ha fatto benissimo la sua parte. Al ministero, non abbiamo elemosinato nulla, ma abbiamo spiegato, con dati e riferimenti la bontà del progetto Zes. Ora con i tecnici del ministero condivideremo un testo per inserire in Finanziaria la norma che istituisce la zona speciale”.

 

 

Il 4 novembre restituisca il senso profondo della nostra appartenenza nazionale (intervista a Leonardo Raito)

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Leonardo Raito, nostro collaboratore, insegna storia contemporanea all’Università di Padova ed è autore di numerose e significative pubblicazioni sulla Grande Guerra. Con lui abbiamo affrontato i temi connessi alle prossime celebrazioni del 4 novembre.

Quanto è importante continuare a celebrare la festa?

Oserei dire che è determinante. Un paese che perde la conoscenza del proprio passato smarrisce il senso e le prospettive del proprio futuro. In un contesto come questo, in cui sappiamo pochissimo del percorso che ci ha portati a essere quello che siamo e in cui non riusciamo a vedere aldilà del nostro naso, avere dei punti fermi è d’obbligo. La festa del 4 novembre è una festa che ci ricorda la storia, che ci ricorda il dramma della partecipazione a una guerra terribile, che ci ricorda il ruolo determinante delle forze armate nel nostro percorso unitario.

 

Si dice che ormai si è perso il senso delle feste nazionali, e qualcuno le considera addirittura, alla luce dei processi di integrazione, anacronistiche.

È un errore drammatico. L’integrazione, sia questa politica, economica, sociale, non può cancellare il passato, non può eliminare le basi culturali che stanno a significare il nostro senso di appartenenza a un’entità statuale e nazionale. Non è, ad esempio, cancellando una festa nazionale che si costruisce un maggiore consenso a un progetto, come quello europeo, che ha bisogno di ben altro per essere rivitalizzato. Una festa come quella del 4 novembre ha attraversato fasi storiche diverse ma non ha mai perso il proprio valore di festa di tutti gli italiani.

Ma allora questo 4 novembre: più festa della vittoria della Grande guerra o festa delle Forze Armate e dell’Unità d’Italia?

La festa del 4 novembre era nata come festa della vittoria nella Grande guerra. Parlando da storico che si è occupato molto di questo evento, non posso negare che è ancora affascinante pensarla così, come una festa che ha premiato lo sforzo di un esercito e di un paese in una guerra drammatica e difficilissima, e passando, tra l’altro, per la disfatta di Caporetto. Esercito e paese si erano rialzati, avevano reagito con forza a una rotta che poteva avere effetti disastrosi. Considerarla come l’auspicio per la rinascita di un paese in sofferenza credo possa aiutarci a rivalutarla, sempre in meglio. Ma ci aiuti anche a ricordare che il paese è uno e indivisibile e che per arrivare a essere quello che siamo sono occorsi sforzi e sacrifici che spesso hanno visto in prima linea il nostro esercito.