Molte novità per la Polizia Locale Associata del Medio Polesine

Si chiude in bellezza il 2022 e si apre un 2023 pieno di novità e prospettive di sviluppo e miglioramento, per la “Polizia locale associata del “Medio Polesine”, una realtà in crescita costante che ha in Polesella il Comune capofila.

L’anno appena concluso, infatti, ha visto risultati lusinghieri sul fronte del rafforzamento dell’organico, con l’arrivo, dopo espletamento delle procedure concorsuali, di tre nuovi agenti assunti da Polesella, Pontecchio e Crespino. Rinnovata anche la collaborazione con il Comune di Gavello per la condivisione part time di un altro agente e avviata quella nuova con Ceregnano per un ulteriore part time. Si andrà in questo modo a superare la carenza di organico che era stata segnalata dagli associati a più riprese.

Allo stesso modo, il corpo ha visto una implementazione di mezzi, dotazioni e professionalità di assoluto rilievo. Lo conferma il sindaco di Polesella, Comune capofila, Leonardo Raito. “Penso – spiega – ai  tanti contributi ottenuti da bandi regionali, al rinnovo di tutto il parco mezzi, all’acquisto di strumentazione di controllo all’avanguardia e di un sistema di videosorveglianza che è studiato e invidiato da mezza Italia. Chi non ha capito che la polizia locale, oggi, nel 2022, non è più il corpo di vigili urbani di Alberto Sordi e che ha compiti e funzioni che vanno oltre l’idea di paletta e blocchetto delle multe, temo svilisca il lavoro degli agenti. I nostri uomini sono formati nell’utilizzo di dispositivi altamente tecnologici, sanno come gestire la sicurezza, sono punti di riferimento imprescindibili per la comunità”.

“Con il comandante Silvio Trevisan e i colleghi – prosegue Raito – elaboreremo un piano di azione più consono alle esigenze dei nostri territori, con linee di indirizzo precise che daranno la possibilità di effettuare più servizi e di occuparci di ambiti nuovi, in maniera da venire incontro alle preziose indicazioni dei cittadini e alle esigenze che ci hanno manifestato”.

L’anno appena iniziato vedrà anche un rinnovamento della compagine dei comuni partecipanti. Se, infatti, da un lato va registrato il recesso dei comuni di Canaro, Frassinelle Polesine e Pincara, che hanno manifestato la volontà, per diversi motivi, di uscire dalla convenzione, dall’altro numerose altre municipalità hanno manifestato l’intenzione di aderire al servizio.

 “Auguriamo buona fortuna a quei Comuni che hanno deciso di fare un passo indietro, scelta ovviamente legittima. Da parte nostra, vogliamo ringraziare di cuore per il lavoro prestato e per l’impegno per la convenzione l’agente Christian Navaro, che, con il recesso di Canaro, che già a inizio anno aveva ritirato un agente per adibirlo a lavoro d’ufficio, rientra nel comune di provenienza”. La scelta di Canaro di uscire dalla convenzione avrà anche un effetto immediato e d’impatto: verrà rimosso, in quanto l’autorizzazione era stata concessa alla convenzione, anche l’autovelox presente sulla Statale 16 in territorio di Canaro. “Spetterà ora al Comune di Canaro – spiega Raito – decidere se installarne un altro o meno, a questo punto la questione non è più di nostra competenza”.

Le nuove richieste di ingresso nella convenzione confermano, invece, che la strada che si sta percorrendo è quella giusta. “Assolutamente sì – conferma Raito – sono altrettante attestazioni della bontà e dell’efficacia della gestione della convenzione guidata dal Comandante Silvio Trevisan, un esempio di collaborazione efficace e funzionale”.

Ora, già entro la prima metà di gennaio verrà convocata una prima conferenza dei sindaci: “Con i sei Comuni rimasti siamo concordi e risoluti nella volontà di proseguire un’esperienza che ha dato risultati importanti”. Le sfide non saranno poche: “Completare i patti per la sicurezza urbana, l’adesione al secondo stralcio di Polesine Sicuro, il potenziamento della videosorveglianza, la formazione per gli agenti, il contrasto all’abbandono di rifiuti, l’attenzione alla sicurezza stradale, l’armamento degli agenti per poter organizzare turni serali e l’allargamento della convenzione, saranno tutti argomenti da affrontare con urgenza e chiarezza. Sappiamo di avere uno strumento importante e desideriamo di farlo funzionare al meglio”.

Vialli, un meraviglioso condottiero.

Quando, come me, sei nato sul finire degli anni settanta e sei juventino, sei riuscito a goderti appena la grande stagione di Platini. La grande Juventus di Trapattoni, dominatrice in Italia, in Europa e nel mondo, ha fatto la storia e tu te ne sei accorto di striscio. Si, ti sei visto gol e azioni al mitico Novantesimo minuto, ti ricordi le smacchinate con le bandiere al vento per festeggiare, ma non hai avuto compiutezza piena di quanto forte e importante fosse la tua squadra. Non ricordo la finale di Coppa delle Coppe, ho ricordi sfumati della tragedia dell’Heysel, non ho visto la notturna di Tokio, con la vittoria dell’Intercontinentale. Ho quindi cominciato a “vivere” di più la Juventus sul finire degli anni ottanta, quando in Italia dominano il Napoli di Maradona, il Milan degli olandesi e l’Inter teutonica o la Sampdoria di Boskov. La Juve è quella dei russi, che, perso il fuoriclasse Platini, non riesce a rimpiazzarlo con un vero leader. È una Juve operaia, dignitosa, che vede svernare Altobelli, che fa giocare Galia, Bruno, Bonetti, Napoli, Fortunato, Buso, Rui Barros. Una Juve operaia che comunque riesce a vincere qualcosa, anche se di minore. Con Zoff in panchina la Signora porta a casa una Coppa Italia, battendo il Milan, con rete di Galia aiutato da una zolla; e una Coppa Uefa contro la Fiorentina. Sulla tragedia di Maifredi meglio sorvolare, anche se arriva un fuoriclasse assoluto come Baggio. Poi torna Trapattoni ma lo scudetto resta lontano, anche se con il Trap si preparano le basi per il ritorno alla vittoria. Tra i giocatori arrivati c’è anche Vialli, un campionissimo che alla Sampdoria fece sfracelli ma che nei primi anni a Torino sembra quasi un equivoco. Trapattoni non riesce a utilizzarlo al meglio, lo mette persino a centrocampo. I 40 miliardi spesi per comperarlo iniziano a pesare. Ma nel 1994 ecco la svolta. A guidare la squadra arriva un toscanaccio come Marcello Lippi. E Vialli, co Ravanelli e Baggio, poi Del Piero, forma un tridente impressionante per corsa, movimento, grinta, capacità realizzativa. Inizia la storia di una squadra fortissima che in tre anni vincerà scudetto, Champions League, Coppa Intercontinentale. E leader delle prime due stagioni è proprio Vialli, meraviglioso condottiero, capitano che a Roma alzò la tanto agognata coppa. Fu la sua ultima partita in bianconero. In pochi capirono la sua partenza, verso l’Inghilterra dove lo attendeva il Chelsea che riportò a vincere. Ma la storia non si fermò. Però, nei miei ricordi di bianconero, pochi scatti hanno la forza e donano l’emozione di quella coppa alzata. Quella vittoria ci rimetteva in pari con la fortuna, ci mise sullo stesso piano delle altre italiane trionfanti in Europa. Ci restituì, o forse ci fece assaporare per la prima volta, la dimensione mondiale della nostra squadra. La scomparsa di Vialli ci rende tutti più poveri. Da juventini e da innamorati del calcio, non lo dimenticheremo mai.