La sicurezza si fa investendo. E noi lo facciamo bene.

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Il 20 dicembre 2018 nella saletta degli Agostiniani a Polesella è stata organizzata una conferenza stampa per illustrare il sistema messo appunto dal Comando di Polizia Locale in merito all’ecosistema integrato per il monitoraggio del territorio.

Presenti alla conferenza il Prefetto di Rovigo: S.E. dott.ssa Maddalena De Luca, il Questore di Rovigo: dott. Salvatore Fabio Cilona:il Comandante Provinciale dei Carabinieri Col. Antonio Rizzi, il Comandante di Compagnia Carabinieri di Rovigo: Cap. Giovanni Truglio, il Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Castelmassa cap. Andrea Pezzo e il maggiore Nicola Di Gesare, l’assessore regionale Cristiano Corrazzari, il sindaco di Polesella Leonardo Raito, il Comandante della Polizia Locale Medio Polesine commissario Silvio Trevisan, il responsabile vendite Fastweb: Joseph Stefano Manganiello, il responsabile Axon Italia: Loris Angeloni, il referente per la piattaforma e-Plate CT-Innovation: Andrea Pareti, il responsabile dei sistemi di rilevamento mobile e verbalizzazione della piattaforma Connet IncloudTeam: Valerio Violini e i referenti di STT: Daniele Mazzi e Federico Broetto.

 

Il servizio di Polizia Locale associata Medio Polesine comprende dodici Comuni: Polesella, (capofila), Canaro, Frassinelle, Bosaro e Pontecchio Polesine Crespino, Pincara, Villamarzana, Villanova Marchesana, Arquà Polesine, Guarda Veneta, Costa di Rovigo.

È stato istituito nell’anno 2009 con i primi Comuni (Polesella Canaro, Pontecchio Polesine, Bosaro e Frassinelle a cui si sono aggiunti nel 2012 Crespino, nel 2015 Villamarzana, Villanova Marchesana e Pincara, nel 2016 Arquà Polesine e nel 2017 Guarda Veneta e Costa di Rovigo). Il territorio attualmente interessato al servizio ha una superficie di circa 223 Kmq, con una popolazione totale pari a circa 23.500 abitanti.

Il Comando conta attualmente su dieci operatori di Polizia Locale (il comandante, la vice comandante, tre istruttori e cinque agenti scelti), una data entry e un istruttore amministrativo.

La sicurezza e la percezione di sicurezza dei cittadini sono stati fin da subito fra gli obiettivi principali del Servizio associato di Polizia Locale.

In merito i Comuni associati hanno fatto grossi investimenti per la sicurezza e il controllo del territorio.

L’importo preventivato dell’investimento complessivo è di circa 1.300.000 euro, ad oggi ne sono stati già investiti 600mila ricavati dai contributi dei singoli Comuni e da contributi relativi a bandi per circa 100mila euro, in questa ultima tranche si sono investiti 260mila euro con la fornitura di Fastweb aggiudicataria tramite Consip.

Il sistema di videosorveglianza è composto da 30 telecamere di lettura targhe e 64 telecamere di contesto alle quali vanno ad aggiungersi alcune telecamere installate dai singoli comuni e che sono state comunque inserite nel sistema centralizzato di controllo della Sede Operativa.

Il sistema di videosorveglianza è stato concepito con lo scopo di monitorare il movimento dei veicoli all’interno del territorio di competenza a mezzo dei sensori di lettura targhe.

Il sistema di lettura targhe è gestito da un software (E-plate) ed è la soluzione per la lettura ed il tracciamento automatico di targhe all’interno di un anello di sensori presenti sul territorio. Attraverso l’analisi del traffico identifica in tempo reale i veicoli non assicurati, non revisionati, denunciati o rubati, anche in mobilità.

Geo-referenziale targhe segnalate, è in grado di comunicare con i database ministeriali, con la Motorizzazione Civile, con le black list e white list locali, e rende disponibili prove fotografiche.

Effettua l’analisi intelligente del traffico, generando report statistici rispetto alle dimensioni temporale e geografica.

Grazie alla collaborazione con CT Innovation e STT si è riusciti ad introdurre anche un sistema di rilevamento mobile. Sono operativi tre sistemi mobili posizionati sui veicoli di servizio.

Da circa un anno tutti gli agenti sono dotati di una body-cam fornita da Axonche permette di effettuare i servizi operativi sul territorio con maggior tranquillità e garanzie di sicurezza per gli agenti operanti. Le body-cam hanno un’autonomia di 12 ore di funzionamento e hanno un sistema di scarico dei dati con le più complete garanzie di tutela della privacy.

Per un maggior controllo del territorio e poter effettuare controlli anche in orari serali si è in via di definizione dell’armamento degli agenti. La dotazione sarà collegata con il sistema body-cam per garantire la sicurezza degli agenti e dei cittadini. Si sta valutando anche l’utilizzo delle dash-cam a bordo delle auto.

Il parco macchine dal primo di gennaio sarà portato a cinque mezzi, tutti nuovi, muniti della strumentazione necessaria per operare in sicurezza e tempestività.

Nel breve periodo sarà sostituito l’attuale ufficio mobile con uno più funzionale in modo da poter creare una vera e propria unità mobile per le attività specifiche di controllo (quali ad esempio il controllo dei mezzi pesanti, l’opacimetro, l’etilometro…), con l’obiettivo di collegarlo al sistema di videosorveglianza e alla centrale operativa.

Il sindaco del comune capofila, Leonardo Raito, a nome della Convenzione, esprime soddisfazione per il livello di investimenti portati avanti dalla Polizia Locale che stanno a testimoniare una larga attenzione ai temi della sicurezza e del presidio del territorio.

Cristo si è fermato a Corinaldo

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Mi si perdoni il titolo, che non ha niente a che fare con la religione, ma che può prestarsi a diverse letture, si creda o no nell’aldilà. Ho deciso di scrivere questo articolo perché la notizia della tragedia di Corinaldo mi ha profondamente colpito. No, non ho figli da portare in discoteca o a concerti; però pensare che cinque ragazzi poco più che bambini e una mamma abbiano perso la vita mentre erano a una festa per divertirsi mi è sembrata un’ingiustizia enorme, di quelle che ti spieghi solo invocando un destino beffardo, triste, una scelta piena di rimpianti.

Non rinnegherò mai il mio passato, quando anch’io mi divertivo in discoteca e ne vedevo di tutti i colori. Non lo rinnegherò perché è stata una bellissima esperienza, fatta in modo sano (no droghe, no alcol, no altro…almeno per me), in cui ho potuto conoscere tante persone, coltivare la mia passione per la musica, conoscere professionisti, e tanti tanti ragazzi, cercando a volte di dare loro qualche consiglio (quante volte, vedendoli ko, li invitavo a dormire un pò prima di mettersi alla guida) che magari, senza presunzione, può essere servito a evitare delle tragedie.

Il mondo della notte, con le sue incognite, a partire dal buio, quando ci si vede meno, e nascono paure naturali, maggiori pericoli, è stato il contorno di questa tragedia che lascerà il segno. Un migliaio di ragazzi a un concerto (pare che la discoteca contenesse molte meno persone di quelle presenti), poi qualcuno che spruzza dello spray al peperoncino: gole e narici che bruciano, ragazzi che hanno paura di soffocare e scappano. Poi chissà, magari qualcuno scivola, le porte si aprono a fatica, qualcuno prova a contenere la spinta della folla impazzita. Qui, in mezzo a questo disastro, i corpi di cinque ragazzi e di una mamma, sei teli bianchi, sei famiglie distrutte. Per cosa, perché?

Sono occasioni in cui ci piacerebbe dire tante cose. E sui social già ci si scatena: la discoteca era vetusta, i ragazzini non dovrebbero andare in discoteca (ma credo che non sarebbe andata molto diversamente se quei mille fossero stati tutti adulti), la sicurezza non era garantita. Dove erano i proprietari? Sono state rispettate le norme di sicurezza?

Io so che tutte queste domande sono lecite: vanno poste, occorre capire, lavorare per prevenire nuove simili tragedie. Che sono sempre possibili, purtroppo, dove si organizzano eventi con tanta gente e non si verificano anche le ultime virgole. Dove, talvolta, prevale l’improvvisazione. Dissennata, gestionale. Per qualche dollaro in più, si direbbe parafrasando un vecchio film di Sergio Leone.

Spero da cittadino italiano che le risposte facciano chiarezza ma intanto mi fermo, guardo le immagini alla tv, vedo i fiori, le scarpe abbandonate. E piango quei 5 ragazzi e quella mamma. Che magari era lì controvoglia, ma per fare bene il proprio mestiere ha voluto portare la sua bambina al tanto desiderato concerto.

A volte, credo, vale davvero la pena di fermarsi. Di dedicare qualche minuto a pensare a cosa sia la vita, e quanto sia importante il suo valore. E a quanto presto si possa fare a perderla. Anche in un sorriso, con un amico vicino, stretti mano nella mano con la mamma, il papà, o il primo grande amore.

Già, Cristo si è fermato a Corinaldo. Se lo ha fatto davvero, spero possa avere pietà di quelle sei anime.

 

Sul Grappa e sul Piave per non dimenticare

 

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Ho partecipato con piacere, nelle vesti di consulente scientifico, alle riprese di un programma che prossimamente andrà in onda su Antenna 3 e che intende ricordare il centenario della Grande Guerra. Il programma, che sarà condotto dalla mia amica Jesusleny Gomes, autentico vulcano di idee e progetti, ha toccato in due tappe, sul Monte Grappa e sul Piave, due dei luoghi simbolo dell’ultimo anno di conflitto. Due luoghi che sono autentici esempi dell’eroico valore di tanti soldati italiani che si opposero, dopo Caporetto, all’avanzata austro-tedesca, mettendo in campo doti di resistenza fisica e mentale sicuramente inaspettate nei tragici giorni di ottobre 1917, quando in molti gridarono allo sciopero militare, all’idea che la rotta segnava la fine del conflitto e che niente c’era più da fare per salvare il paese dalla disfatta.

Invece qui, proprio in questi luoghi, grazie all’apporto di forze nuove e di nuovi vertici (Diaz aveva sostituito Cadorna), l’esercito italiano e il paese tutto seppero rialzarsi. Rialzare la testa, difendere palmo a palmo e pietra a pietra il nostro paese. Riprendere fiato, ripartire, prepararsi per la futura vittoria.

Non possiamo dimenticare il valore di questa storia.

Domenica il mio contributo è stato finalizzato a questo: raccontare per portare avanti una memoria meritevole del nostro grazie.