Prima di qualche giorno fa, prima di una tragedia, di un terremoto che ci fa piangere quasi 300 fratelli io Sergio Pirozzi non sapevo neanche chi fosse. Lo conosco poco anche adesso, non so se aderisce a un partito, se i suoi concittadini l’apprezzano oppure no, se ha fatto tante cose buone o poche. Non lo so. Ma non è questo che mi interessa oggi. Oggi mi interessa il fatto che Pirozzi sia il sindaco di Amatrice, l’istituzione, il primo cittadino di un comune distrutto dal sisma, di un paese dove la gente scava a mano tra le macerie, dove le forze dell’ordine riaccompagnano la gente alle case per recuperare oggetti che sarebbero possibile oggetto (mi si scusi la ripetizione) di sciacallaggio. Reato sporco, becero, schifoso.
Parlo di Pirozzi perché questa mattina, in una nota trasmissione televisiva, un meno noto gIORNALISTA (gulp!) di un quotidiano nazionale, si è lanciato in una pesante invettiva contro questo sindaco, reo, a suo avviso, di una cattiva gestione dei fondi per l’adeguamento antisismico degli edifici pubblici. Questo gIORNALISTA (non è un errore di scrittura, voglio proprio usare la g minuscola) ha già emesso la propria sentenza, in barba a ogni garanzia di giustizia, in barba alle inchieste della magistratura.
Pare quasi ci si diverta a urlare in piazza con i canini sporchi di sangue di cadaveri, irrispettosi del dolore di una comunità e di tante famiglie, famiglie che piangono morti innocenti. E di cittadini vivi, magari per miracolo, che piangono perché si sentono solo più fortunati degli altri o per un colpo di fortuna o chissà perché. Non c’è rispetto per un paese che ha visto crollare edifici pubblici e privati, per un sindaco che oggi avrà tante di quelle cose da fare per non riuscire nemmeno a rispondere alle accuse che gente seduta in un comodo salotto televisivo al caldo se c’è freddo o al fresco se c’è caldo.
Attaccare Pirozzi oggi significa sputare veleno sulla comunità tutta di Amatrice che l’ha scelto. Significa non avere una mezza idea sulla ripartizione dei compiti tra parte politica e parte tecnica. Pirozzi, come qualsiasi sindaco, non ha il dovere di sapere la composizione del calcestruzzo, o se un intervento di adeguamento è migliore di un altro. Ha invece il dovere di rispettare le leggi. Di rispettare il patto di stabilità, che magari non gli ha permesso di stanziare le risorse che avrebbe voluto e di cui avrebbe potuto disporre, per fare delle opere complete sulla scuola. Di rispettare il lavoro dei suoi tecnici comunali, che avranno gestito l’appalto, gli incarichi ecc.
Ecco perché la condanna preventiva mi nausea. E perché mi nauseano certi atteggiamenti da gIORNALISTA impenitente.
Volete poi discutere la sua felpa, come vi ho sentito fare? Dovreste vergognarvi ancora di più. Di fronte a un paese distrutto c’è chi ha ancora voglia di cercare gli aghi nel pagliaio. Questo paese migliorerà solo quando si diffonderà una cultura di maggior rispetto. Auspichiamolo. Ne avremo tutti solo vantaggi.
Nel frattempo, forza Pirozzi e forza Amatrice. La parte migliore di questo sgangherato paese è con voi.