Il referendum “difficile”

Ho sempre votato, lo confesso, anche se magari interessa a pochi. Ho sempre votato perché sono consapevole degli sforzi e dei sacrifici che hanno compiuto i nostri nonni per arrivare a quel sacrosanto diritto di mettere una croce su una scheda. Ho sempre votato perché credo che quando ci si può esprimere lo si debba fare, perché chi non partecipa perde anche il diritto, poi, di lamentarsi. Ho sempre votato, e ho anche sofferto, alle ultime elezioni comunali del 2014 in cui i cittadini mi hanno affidato il compito di guidarli per un quinquennio, il peso del superamento del quorum. Ma perché votiamo? Il tema dell’ultimo referendum sulle trivelle è un tema molto tecnico, specifico: di sicuro un tema difficile, non alla portata di ogni comune cittadino che non mastichi di ingegneria, ricerca, energia. Non si tratta di temi che tutti devono necessariamente sapere. Anzi. Cosa sappia di trivellazioni uno studente universitario di lettere, un pensionato abituato a fare i conti con pochi spiccioli, una casalinga, è davvero difficile ipotizzarlo. Che senso abbia esprimere un parere su una cosa difficile che non si è approfondita o non si conosce, pure. Come possa impattare la scelta che scaturirà domenica sulla vita dei cittadini mi risulta molto complesso definirlo. Mi chiedo quindi il senso che assume un referendum come quello del 17 aprile, dove forse le ragioni del no e del si sono espresse più da capipopolo urlanti  convinti, come fossero pifferai magici, di portarsi dietro branchi di pecore votanti, che da una chiara e libera espressione di un bisogno reale, vero, espresso dai cittadini italiani. Forse servirebbero regole più chiare: ad esempio, perché non togliere il quorum per garantire un esercizio di democrazia diretta? Perché però non rendere più circoscritti gli spazi di consultazione, limitandoli ad argomenti più accessibili?

Io ritengo che la politica energetica vada delegata a chi ci governa. Non tutto si può decidere con un referendum. E anche chi interpreta il voto come un giudizio pro o contro il governo sbaglia clamorosamente. Non sarà un si domenica a mettere in difficoltà Renzi. Ma nemmeno l’astensione sarà da interpretare come una vittoria del governo.

Ecco perché da uomo che ha la fortuna di rivestire un ruolo pubblico, ho deciso di esprimere la mia posizione. Io domenica andrò a votare, ma probabilmente voterò scheda bianca. E lo farò anche per ribadire, a chi promuove questi quesiti, che sarebbe più opportuno sforzarsi per spingerci a decidere cose più vicine alla vita di tutti i giorni. referendum

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leonardoraito

Insegno storia contemporanea all'università dal 2005. Ho pubblicato più di settanta testi tra libri, saggi, articoli, in particolare relativi alla Grande guerra (dove dicono che sono uno degli storici di punta della new generation...gulp!!!) alla resistenza, al terrorismo e alla storia politica contemporanea. Ho fatto alcune esperienze accademiche all'estero di cui sono orgoglioso. Ho scritto e scrivo per quotidiani nazionali e per riviste nazionali e internazionali. Dal 2009 al 2014 sono stato assessore della Provincia di Rovigo. Sono sindaco di Polesella (Ro) dal 2014 e dal 2017 presidente del Consiglio di bacino "Polesine" che si occupa di sistema idrico integrato. Amo il calcio e mi diletto ancora a giocare da dilettante (ma a livello bassissimo). Amo i gatti e ne ho due a cui sono molto legato. Mi piace molto la politica, tanto che per approfondirla ho voluto fare anche un master in management politico alla Luiss (e un secondo a Padova). Ho seguito con entusiasmo l'esperienza di Renzi nel Pd, perché ritengo servisse una svolta innovativa. Non amo litigare. Penso che c'è sempre da imparare dai bravi, per questo non provo invidie verso chi è più bravo di me e raggiunge obiettivi importanti. I miei amici sono sacri. Mi piace leggere e ascoltare musica. Per un pò di anni ho fatto il produttore discografico e il dj, cosa che mi ha permesso di conoscere da vicino l'universo giovanile. Ho fatto anche, e non me ne vergogno, il lavoro agricolo nelle mie estati da studente. Non essendo di famiglia ricca, ho potuto così mantenermi gli studi. Credo che nella vita tutte le esperienze lecite siano utili per crescere. Mi piace raccontare qualcosa su questo blog.

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